Articolo del giornalista Alessandro Grasso Peroni sul nostro banchetto informativo alla fiera degli uccelli a Sarzana contro l'uso e la vendita dei richiami vivi.

 

Qui sotto alcune nostre considerazioni su questa barbara tradizione:

 

Questo weekend a Sarzana si terrà la fiera degli uccelli. Già... in concomitanza con il Festival della Mente.
Che strana, assurda, contraddittoria scelta. Da una parte nutriamo la mente di sapere, conferenze di storia per ricordarci che l'uomo si evolve, conferenze di psicoanalisi (peraltro già da giorni con i posti esauriti) per sviscerare il nostro 'se' e ricondurlo alle emotività sopite, spettacoli d'arte per ricordarci che la forza della vita si ritrova nella bellezza dell'incanto e dall'altra mercimonio di esseri senzienti. In una civiltà che a fatica ma con perseveranza, si evolve verso un sentire empatico, ancora alcuni, preda di cecità e non conoscenza, si dilettano nel mortificare piccoli esseri indifesi.
Se ci chiedessero di raffigurare la libertà in un animale, disegneremo un uccello, tutti indistintamente. Eppure lo chiudiamo in una gabbia microscopica, al buio, lo deviamo a cantare a comando, lo priviamo della sua essenza stessa, la natura! E' come chiedere una risata ad un bimbo mentre lo verghiamo sulle dita, come chiedere un gemito di piacere ad una donna mentre la si stupra, come chiedere a chicchessia un canto lieve mentre sferriamo un pugno nello stomaco. Perversioni, solo perversioni. Aberranti perversioni di chi cela la propria debolezza dietro una turgida doppietta.
Tutto questo deve assolutamente cambiare! Domenica ci saremo anche noi, pacatamente e pacificamente, per fare informazione e toccare le vostre coscienze.

Tutti uniti come sempre e sempre più forti, le associazioni L'Impronta, Lipu, Legambiente, Beta, SOS Randagi, LAV, Animalisti Italiani vi aspettano. Unitevi a questa nostra silenziosa e pacifica presenza, fate vedere il vostro dissenso.
Si informa fin da ora che qualsiasi atteggiamento non consono all'educazione ed al rispetto del prossimo, chiunque esso sia, verrà bandito e nel caso, verrà richiesto l'allontanamento delle persone attrici, dal resto dei volontari presenti.


Il nostro presidio contro la fiera degli uccelli a Sarzana e contro l'uso dei richiami vivi sulle pagine de Il Secolo XIX.

 

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

IL PRESIDIO degli animalisti ampiamente annunciato e organizzato dalle associazioni Animalisti Italiani, Beta, Cittadini Consapevoli, Lav, Lipu, L'impronta Volontari Indipendenti Canile, Legambiente e Sos Randagi si è materializzato di prima mattina in via Cadorna, una delle strade dedicate alla Fiera degli Uccelli di Sarzana con una rappresentazione-choc della situazione dal loro punto di vista. Ecco dunque la grande gabbia con un figurante attivista-animalista all'interno e il cartello con la scritta inequivocabile: «Vorresti essere al suo posto? Gli uccelli destinati a “richiami vivi”, nascono, vivono e muoiono in una gabbia delle dimensioni di 25 cm di larghezza e di 30 di altezza. Vivono prigionieri di un’esistenza che non è vita, in gabbie anguste, nella pe­nombra di uno scantinato sono sottoposti a muta artificiale indotti a credere che la stagione dell’amore coincida con la stagione venatoria e che la primavera sia l’autunno, e, appesi in gabbia, chiamano involontariamente alla morte i propri fratelli».
Cacciatori, allevatori di cani da caccia e di uccelli da richiamo si sono giocoforza trovati a confronto, tra quanti, e le doppiette sono circa 3 mila in provincia della Spezia, difendono il diritto di andare a caccia e fare l’allevatore, nel rispetto degli animali e della natura, e chi invece della fiera non vuole più saperne, e chiede con forza che venga abolita, tanto che www.charge.org è stata rag­giunta quota 4 mila firme nella petizione di cui è destinatario il sindaco Alessio Cavarra, e che vuole l’abolizione della manifestazione. Nessuna polemica feroce, solo un pacato testa a testa sul tema che ogni anno crea comunque un forte dibattito tra chi è a favore o contro certe pratiche. Dibattito al termine del quale Federcaccia e animalisti, continuano a pensarla in modo opposto.

NATALIE E GIANNI SUL SECOLO XIX!!



Per agevolarne la lettura riportiamo qui sotto integralmente il contenuto dell'articolo:



Terrorizzati da tutto e da tutti: con una strada tutta in salita, davanti, per poter ritrovare la fiducia nel mondo. Potessero parlare, chissà cosa racconterebbero, molti dei cani ospitati al canile di San Venerio: in attesa di un’adozione. Ci sono cani che reagiscono alla prigionia mostrando il meglio di sé: allegri, coccoloni. Altri no. Non ce la fanno. Restano accoccolati in silenzio, in un angolo, e non riescono a trovare la forza di avvicinarsi alle sbarre della gabbia: tantomeno quando passa chi sta cercando un cagnolino da adottare. Così, restano lì. Come Natalie: che inizia solo ora ad accettare qualche carezza. Con gli altri cani, non ha problemi. Con le persone, sì. Uno spinone, almeno a colpo d’occhio: che nasconde nei suoi occhi dolci, chissà quali esperienze di maltrattamento. O Gianni, il segugio: arrivato pelle ed ossa, senza la voglia di nutrirsi, e di lasciarsi avvicinare. Mite, sì: ma spaventato a morte. Picchiato, forse, o tenuto rinchiuso, al buio, senza mai uscire fuori. E poi, gettato via. Tutto, lo spaventa: e solo con pochi volontari, come Lara, si lascia abbracciare, e coccolare. Ogni ombra, ogni rumore, ogni gesto improvviso, lo spinge a tremare: conseguenza di qualcosa che ha vissuto, chissà quando, nel suo passato. Eppure, con tanta pazienza, Natalie e Gianni troveranno un’adozione: proprio come tanti altri cani, che aspettano una famiglia. Il canile del Comune è sempre aperto, risponde ai numeri 0187 982975 328 5870006. I volontari dell’associazione L’Impronta, ci sono il martedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica, dalle 16 alle 19, il sabato anche dalle 10 alle 12. Per informazioni sulle adozioni, le referenti dell’Impronta sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Nell'ultimo anno, sono stati dati in adozione tantissimi cani, anche anziani, e fragili. Le gabbie, però, sono purtroppo ancora affollate: perché si sterilizza poco, e c'è chi abbandona intere cucciolate.


TOBIA 16 ANNI ......."UN PO' CIECO ED UN PO' SORDO"!!!!

Tobia, Mariagrazia e suo marito si sono incontrati ad un banchetto de L'Impronta in Piazza Beverini a Dicembre 2016 e Tobia aveva già 15 anni (adesso 16) ed era già "un po' cieco ed un po' sordo".
Noi volontari ci ricorderemo per sempre le sue parole quando, poco dopo averlo conosciuto con suo marito, decidettero di adottarlo "non lo vogliamo far morire da solo in una gabbia del canile".
Se ci fossero più persone così il mondo sarebbe un posto migliore in cui vivere.

ADOTTARE UN CANE ANZIANO RENDE PERSONE MIGLIORI!!

L'articolo che riportiamo qui sotto è stato scritto dalla giornalista Sondra Coggio sul Secolo XIX circa un mese dopo l'adozione di Tobia e vale proprio la pena leggerlo........


Per agevolarne la lettura riportiamo qui sotto integralmente il contenuto dell'articolo:

 

“Ha 15 anni. Un po’ cieco un po’ sordo. I denti sono quelli che sono. E non si può operare , a questa età. Però è felice adesso . E a noi va bene cosi…” Ci vuole un animo sensibile per adottare un cane anziano.
A Tobia è capitata la fortuna di essere adottato. E dalla cella è passato al suo lettino, in una casa con il giardino. E gli è stato consentito anche il privilegio di arrampicarsi sul letto, quando vuol fare un riposino extra. Proprio il sogno di ogni cane.
“Ci abbiamo pensato un po’, io e mio marito, perché abbiamo già adottato un a cagnolina che ha dei problemi - confida Maria Grazia, la signora che ha preso Tobia- ma poi abbiamo voluto dargli questa opportunità . E’ un bravo cane. E’ dolce. L’unica debolezza che ha, è per il cibo. Quando inizio a prepararne , lui comincia ad abbaiare…”
Tobia ama la sua pappa. La ama tanto. Mangerebbe tutto il giorno. Ad una certa età, con un bel fisico snello, non resiste alla tentazione di un manicaretto. E la nuova quiete della famiglia lo sta viziando già tanto. “Si trova molto bene -confidano in casa- e si è perfettamente ambientato anche con l’altra cagnolina, che ha una storia molto particolare, ed è letteralmente terrorizzata. L’abbiamo presa al canile, perché aveva paura anche della sua ombra. Qualcosa, di quel terrore, le è rimasto dentro, e ancora adesso non vuole mai stare da sola.”
La piccola ha indirizzato tutto il suo affetto ai due “umani” che l’hanno liberata dalla sua gabbia.
In particolare si è affezionata tantissimo al padrone di casa: “A mio marito ho detto che ormai dobbiamo allargare di nuovo il nostro rapporto di coppia , è diventato un menage a trois” scherza la moglie divertita.
Un gesto di grande generosità quello di scegliere due cani che nessun altro avrebbe portato a casa: “Si cercano i cuccioli , in genere per adottarli, ma non è un atteggiamento condivisibile -osserva la padrona di Tobia- in particolare quando non si è più giovani, non ha senso scegliere un cagnolino appena nato. Il percorso di vita di un cane , è senz’altro molto ridotto, rispetto a quelle di una persona: ma chi è avanti con gli anni, non può pensare di arrivare all’eternità. Meglio orientarsi su un cane adulto , che peraltro può dare ancora più affetto, rispetto ad un piccolo, perché denso di riconoscenza.


Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

ANTICHI miti, ma anche moderne ricerche scientifiche, attribuiscono ai gatti poteri “magici”, di guarigione e di trasformazione. Un inchiesta spezzina, si sta occupando di qualcosa di simile, ma sotto un profilo molto diverso. Una storia di gatti che risultano esistere, sulla carta: ma, di fatto, non ci sono.
Il Comune della Spezia non ha un gattile, ma solo poche gabbiette per gatti, sistemate in un paio di stanze: ricavate nei locali di servizio del canile pubblico, a San Venerio. Tuttavia, nelle fatture mensili, liquidate al gestore della struttura, viene indicata la “presenza” di decine e decine di gatti. C’è scritto, materialmente, “gatti presenti in canile”. Una media tra i 50 e i 60 esemplari felini. E la guardia di finanza, adesso, ha deciso di passare ai raggi “X” tutta la documentazione contabile. Non è dato sapere se si tratti di un nuovo filone dell’indagine- articolata- avviata dalla Procura della Repubblica già alla fine dello scorso anno. Certo è che i riflettori dell’autorità giudiziaria sono puntati da mesi, sulla struttura di via del Monte.
Ci sono state interrogazioni in Regione relativamente alla ricomparsa del fenomeno delle cucciolate, trovate improvvisamente in strada, e di virus che parevano sconfitti sul territorio, come la parvovirosi, inaspettatamente riapparsa. C’è stata anche un impennata del numero di cani rinvenuti senza microchip: impossibili da tracciare. Dopo di che, è stata accertata la presenza di cani siciliani, all’interno della struttura comunale: cani “non noti all’anagrafe canina, come ha confermato dalla stessa sanità animale della ASL 5, che ha messo nero su bianco di aver attivato “provvedimenti”, ed “un controllo visivo su tutti i cani, con relativa identificazione”. In sostanza, è emerso il sospetto che Spezia sia finito nel giro dei traffici di cani, che qualcuno movimenta dal sud, facendolo riapparire altrove. Ipotesi preoccupanti, al centro anche di una recente interrogazione parlamentare.
Legambiente nazionale, in questo contesto, ha dato mandato all’avvocato Valentina Antonini di seguire la questione e di verificare, attraverso la sua attività professionale, la fondatezza dei dubbi. Punti fermi, fin qui, ne sono stati tracciati: fra i cani spezzini, in canile, sono spuntati veramente cani di altre regioni.
Come siano arrivati, chi li abbia inseriti, e perché non risultassero sui registri, dovrà stabilirlo l’autorità giudiziaria. A fronte della presenza dei cani “clandestini”, fisicamente presenti ma mai registrati, è spuntato ora il caso dei “gatti fantasma”: che nessuno ha mai visto.
Materialmente, non esistono proprio le condizioni per ospitare una sessantina di gatti, in canile, ma nelle fatture si parla di gatti presenti nella struttura, con tanto di nulla osta di verifica, mese dopo mese, da parte del comune. La struttura è pubblica, affidata in gestione ad Animalcoop, attraverso bando: le fatture, prima di essere saldate, vengono vistate di dirigenti e di funzionari.
Dove siano i sessanta gatti, non si sa. Ne si può ipotizzare che esista una qualche famiglia di felini randagi nel bosco. Alla sanità veterinaria non risulta esistere alcuna colonia felina. Peraltro, nel caso, andrebbe censita, con opportune sterilizzazioni: e sostenuta con fondi mirati. Un altro nodo, in una matassa già ingarbugliata.


LA STORIA DI MINNIE SUL SECOLO XIX!!

In questo articolo si racconta la storia di Minnie, la gatta senza coda, lei vi aspetta al canile municipale della Spezia.



Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:



Se anche potesse parlare, probabilmente non lo racconterebbe mai, com’è che ha perso la coda. Perché i gatti sono così: inafferrabili. E Minnie, piccola tigre in miniatura, è senz’altro magica. Proprio come ritenevano gli antichi Egizi. Magrina, stanca, molto provata: ma giovane. E piena di vita. Così è arrivata al canile del Comune. Sulla sua storia, si sa pochissimo. Praticamente niente. Occhi verdi, intensi, pelliccia bianca e nera, linguetta rosa: e niente coda. Minnie l’aveva, probabilmente, quando è nata: non come certi felini selezionati apposta, per ragioni estetiche, con qualcosa che assomiglia ad un tronchetto, o come i gatti dell’isola di Man, che nascono senza, o con una coda minuscola, per una mutazione della colonna vertebrale. La leggenda, vuole che il gatto dell’isola di Man sia arrivato tardi, sull’Arca di Noè: e la coda sia rimasta chiusa nelle porte, che si chiudevano. La verità, sta ovviamente in ragioni genetiche, ben diverse: ma la storia dell'Arca, è più affascinante. In quanto a Minnie, non si sa. Forse, la coda l’ha perduta sul campo, quando era randagia. O forse, le è stata amputata, se un tempo viveva in famiglia. Può succedere. E non interferisce, con la vita del gatto. L’unica certezza, è che Minnie cerca casa. E soffre, in canile: perché gli spazi a disposizione, per i gatti, sono davvero ristretti, tanto che ce ne sono proprio pochi. Purtroppo, l’ipotesi di creare un gattile, è sempre rimasta sospesa, irrealizzata: e per agevolare i pochi gatti presenti, si cerca un’adozione veloce. La gatta senza coda, ci spera. E aspetta. Il canile comunale della Spezia, è sempre aperto. I volontari dell’associazione L’Impronta sono presenti in appoggio, il martedì, giovedì, venerdì e domenica, dalle 16 alle 19. Il sabato anche dalle 10 alle 12. Per informazioni sulle adozioni dei gatti, le due volontarie referenti dell’Impronta sono Chiara 3477172458 e Paola 3383871826.


KARMA SUL SECOLO XIX!!

La storia di Karma raccontata dalla giornalista Sondra Coggio.



Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:



Chi l’ha colpita, forse con un calcio, proprio sul musetto, l’ha lasciata tramortita, sulla strada. Un piccolo cencio, ormai senza vita. Lei, però, non intendeva morire. Non era il suo momento, no. E s’è rialzata, a fatica. Trascinandosi fino al ciglio. E nonostante i colpi, fortissimi, alla testa, non ha voluto lasciarsi andare: pur non vedendo quasi più niente, pur non essendo più in grado di alimentarsi. Chi l’ha soccorsa, l’ha chiamata “Karma”: una parola antica, che richiama il senso delle azioni compiute da ogni essere vivente, qualcosa che ha a che fare con il destino, che ciascuno ha. Il suo destino, sembrava segnato. Lei, piccola, nera, due grandi occhi scuri, bordati di giallo, s’è opposta alla morte, con tutte le sue forze. In canile, è arrivata così: fragilissima, incapace di mangiare da sola. Il primo cenno di speranza, c’è stato quando ha afferrato, con le zampine, la siringa della “pappa”, reggendola da sola. Non si sa, quanto i suoi occhi riescano a mettere a fuoco. Non si sa cosa riuscirà a vedere, un domani, quando si sarà completamente ripresa. Il primo miracolo, se l’è costruito da sola: grazie all’aiuto di chi non l’ha lasciata a morire di fame, e di stenti, ai margini della strada. Nella sua gabbietta, accoccolata in un cestino soffice, ora Karma spera in una adozione, in una famiglia, che abbia la pazienza di coccolarla. Viveva, probabilmente, prima, sulla strada: una randagia, abituata a procurarsi il cibo tutto da sola. In queste condizioni, non avrebbe più possibilità di sopravvivere. Il canile comunale della Spezia, è sempre aperto. I volontari dell’associazione L’Impronta sono presenti il martedì, giovedì, venerdì e domenica, dalle 16 alle 19. Il sabato anche dalle 10 alle 12. Per informazioni sulle adozioni dei gatti, le due volontarie referenti dell’Impronta sono Chiara 3477172458 e Paola 3383871826.


L'adozione del nostro Nerone in questo articolo della giornalista Sondra Coggio su Il Secolo XIX.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

Le giornate di un volontario si alternano tra gioia e dolore, soddisfazione e sconforto, positività e pessimismo cosmico. Oggi...oggi siamo emozionati e felici! E vogliamo condividere con voi questa gioia, l'adozione del nostro Nerone!!!
Il nostro amato diversamente cane è andato a casaaaaa!
Era un evento quasi impossibile da sperare, perchè per lui ci volevano persone dal cuore veramente grande, che andassero oltre non solo all'età ma soprattutto alle zampine paralizzate e alle difficoltà di movimento...ebbene queste persone esistono!
Ambra ed Alessio si sono presentati al banchetto dell'Impronta al Vegetarian Fest, dove hanno conosciuto Nerone e si sono informati sulla gestione di un cane con la sua disabilità. Hanno deciso di adottarlo, di dargli una vita migliore, con carrellino, ruote e tutto!
Non dovremo più preoccuparci se c'è Nerone in piazzale per poter passare con altri cani, non ci dovremo più preoccupare che ci sia qualcuno a tenerlo quando entriamo dal cancello del canile con le macchine, non dovremo più stare attenti a non farci falciare le gambe! 
Ma tutto questo ci mancherà, perchè lui era il primo ad accoglierti correndoti incontro, appena ti vedeva in piazzale abbaiava per avere un pò di grattini ed era diventato la nostra mascotte, amata da tutti...ma ci rinunciamo ben volentieri!! Ora ha la sua famiglia, speciale come lui, che se ne prenderà cura e gli darà la vita che avremmo sempre desiderato potesse vivere...grazie ragazzi!!
E buona nuova vita al nostro pezzettino di cuore!


La storia a lieto di Phoenix,  che non soltanto si è salvato ma ha trovato anche  una splendida adozione.

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

Forse ce la farà: ma non sarà di certo grazie al proprietario, rimasto sconosciuto. Nessuno s’è fatto avanti, per riprendere il giovane setter travolto da un automobilista che l’ha investito e non si è nemmeno fermato. Sono stati dei volontari, a soccorrerlo. Ed è ora l’istituzione pubblica, a farsi carico di tutte le spese, per salvarlo. La buona notizia è che il piccolo è stato operato, e sta combattendo. Tutto il resto, è il solito mesto copione di abbandono, indifferenza, crudeltà. La legge impone di inserire un microchip, per individuare il proprietario di ogni cane: qualcuno che lo curi, e che gli voglia bene. Purtroppo non si può imporre a nessuno, di avere dei sentimenti. EIl giovane setter, era probabilmente recluso in una di quelle baracche in mezzo al nulla, in cui spesso vivono i cani da caccia: portati fuori solo quando serve. Ci sono senz’altro cacciatori che amano il proprio cane. Altri no: se ne servono, e basta. Li tengono in gabbie e baracche: senza dar loro neanche un nome. Il cane era debole, quando l’hanno travolto. Era affetto da una gravissima anemia: le pulci “se lo stavano mangiando vivo”. Forse è scappato, per cercare di sopravvivere. Forse è stato gettato via, perché non sapeva cacciare. Solo che, nella fuga, è stato travolto da un’auto: un’Audi nera, condotta da qualcuno che non si è neanche fermato. I testimoni raccontano che la persona alla guida “non ha neanche rallentato”. Dopo un padrone crudele, il setterino ha incrociato un altro essere umano senza sentimenti. Grazie a chi ha visto, a chi s’è sentito in dovere di fermarsi, e l’ha raccolto, ora sta combattendo per la vita. L’investimento è avvenuto nel territorio di Sarzana: lo sfortunato esemplare, è appoggiato al canile comunale della Spezia. Il piccolo è stato operato, testimonia la direzione del canile, e sta benino. Trauma cranico, fratture, terrore. Dovrà tirar fuori tutta la sua forza, per riprendersi. Per fortuna, ci sono già delle richieste di adozione. Se riuscirà a rialzarsi, avrà finalmente una famiglia, e qualcuno capace di amarlo davvero, e non di usarlo, soltanto, come un oggetto. Sulla pagina del canile del Comune, c’è un appello a portare “traversine o lenzuola usate, utili per la sua degenza”. Vi racconteremo – scrive il canile – come un campione tornerà a rinascere. E chissà che non si riesca anche a dare un nome a chi l’ha abbandonato a sé stesso, senza curarlo prima, e senza farsi avanti poi: la legge prevede, per chi si comporta così male, una condanna penale. E chissà che non si riesca anche a trovare dove teneva il povero setter: dove, forse, stanno rinchiusi altri cani da caccia, infestati di pulci, come lui. Cani che non hanno trovato la forza di fuggire via.


Rocky e Aldo sono due rarità da trovare in canile...ma purtroppo anche loro non sono scampati a questa triste sorte. Rocky è un incrocio con un orsetto! Bello e rotondo è un entusiasta della vita e libera tutta la sua gioia e gratitudine quando ha occasione di uscire fuori in passeggiata. E' più giovane di Aldo, che nonostante abbia più anni non fatica a stare dietro al suo amico, zampettando velocemente per rimanergli accanto. Sono entrambi affetuosi e vivaci, cerchiamo per loro una bella adozione di coppia, perchè l'uno non può stare senza l'altro!

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

Le grandi storie di amicizia, nascono nelle situazioni più difficili. E Rocky e Aldo, sono diventati amici proprio così. Tutti e due in canile. Tutti e due soli, senza più nessuno. E se è vero, quel che diceva Platone, che “il simile è amico al simile”, al canile del Comune, ci sono due amici allegri e pieni di vita, che hanno incontrato nell’altro qualcosa di straordinario. I volontari dell’Impronta, sperano nel miracolo di un’adozione di coppia. L’associazione, presieduta da Elisabetta Spinozzi, s’è innamorata di questi due “pelosi”. Rocky è un po’ più giovane di Aldo: che, grazie a lui, è come fosse ringiovanito. Rocky corre. Aldo gli trotterella dietro. Via con le zampette, nei momenti di libera uscita, quando scatta il turno per la sgambata. «Sono affettuosi e vivaci – spiega Pierandrea Fosella - l’ideale sarebbe un’adozione comune: ormai sono inseparabili».

. Per informazioni sulle adozioni, le due referenti dell’Impronta sono Elisabetta 338 2635117 o Losa 320 1458159. I volontari invitano tutti a portare in canile la biancheria da casa che non viene più utilizzata: perché sta ritornando il freddo, e – con l’umidità e con la pioggia – servono continuamente teli di ricambio. Stinti o lisi, spiegano, vanno benissimo: coperte, asciugamani, lenzuola, scendiletto, tornano ad assumere una nuova vita. Diventano veramente preziosi. Il canile municipale della Spezia è aperto tutti i giorni. Si trova in via del Monte, salendo in direzione di Buonviaggio, facendo attenzione a svoltare verso San Venerio. Dopo qualche curva, una freccia indica la discesa, sulla sinistra.


BOBBY ED ALASKA SUL SECOLO XIX!!

La storia di Bobby ed Alaska raccontata dalla giornalista Sondra Coggio.



Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:



Lui è Bobino, un cane vecchietto, finito in canile, ormai un anno fa. Lei è Alaska, una gatta bianca, che ha perduto un orecchio. Cercano due adozioni del cuore: ed i volontari dell’associazione L’Impronta, che opera presso il canile del Comune della Spezia, sperano in un miracolo. Ci sono cani più giovani: sono i più facili da adottare. Il cane adulto fa fatica, a trovare una famiglia: se poi è anziano, serve una famiglia dal cuore d’oro. «Boby aveva un pelo curato, inevitabilmente stando in gabbia s’è arruffato – raccontano – ha sofferto quando è stato lasciato qui, ha sofferto anche quando la sua compagna di prigionia, Amanda, è stata portata in un altro canile spezzino. La taglia è medio piccola, Bobino è diventato sempre più timoroso, e silenzioso, da quando è completamente solo: ma gli basta una carezza, e ritorna ad illuminarsi di gioia». Alaska è bianca come la neve. Viveva all’aperto, s’è ammalata. Le hanno dovuto amputare un orecchio. Dolce, morbida, come tutti i gatti ha bisogno di un minimo di pazienza, per concedere la sua fiducia: «Appena si scioglie – raccontano inteneriti i volontari – è tutta “testatine e fusa”: adora farsi accarezzare». I volontari sono presenti in canile il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18: il sabato ci sono anche la mattina dalle 10 alle 12. Le referenti dell’associazione di volontariato, per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Le referenti per le adozioni dei gatti, sono Chiara 347 7172458 e Paola 338 3871826. La struttura comunale, affidata in gestione ad Animalcoop, accoglie al momento un centinaio di cani ed una decina di gatti che cercano adozione. Si può visitare, contattando direttamente i volontari.


Articolo di Sondra Coggio, sul Secolo XIX.
Parla di Pongo, di Nero e di Moretta che ha vissuto in canile fino a che la morte non l'ha raggiunta.
Nessun riscatto per lei, nessuna vita, mai nessuna opportunità.
Per non dimenticare Moretta,
e per dare una possibilità a tutti gli invisibili che vivono nei nostri canili.

 

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«LUI no, grazie. Bello, sì. Affettuoso, sì. Ma è troppo grande». Pongo è così. Un gigante buono e non è più giovane. Il tempo passa, in canile. Sembra lento, ma invece scorre, inesorabile. E ogni porta che si chiude, è un colpo al cuore: una speranza che si infrange. E pur essendo tanto dolce, Pongo, non trova adozione. E i volontari dell’associazione “L’Impronta”, che salgono in canile tutti i giorni, lo adorano: perché è vero, non è piccino, ma è Pongo. E ancora spera, dopo tanto tempo, che qualcuno lo porti a casa con sé. Prima che sia troppo tardi. A volte, la chiamata non arriva. Non ce l’ha fatta, Moretta, a trovare una casa. Anno dopo anno, ha visto uscire i tanti compagni di prigionia. Lei, no. Lei rimaneva lì. Perché i cani neri, meticci, sono “invisibili”. E diventano vecchi. E quando imbiancano, nella barba e negli occhietti, diventano ancora più “invisibili”. Moretta aveva intuito. Aveva capito che no, per lei non ci sarebbe stato un miracolo. E s’era ripiegata, in sé. Adorava solo Nero, l’amico di sempre. Nero, un altro “invisibile”: rimasto, ora, completamente solo. Perché Moretta non c’è più. Forse, lassù, sarà la nuova stella del suo Nero. E forse, chissà, potrà aiutarlo a far innamorare qualcuno, che non guardi all’età, e porti a casa almeno lui: «Perché viva – sussurrano i volontari – anche per lei: la nostra Moretta, tanto sfortunata». Per sapere qualcosa di più su Pongo, e su Nero, e sui tanti cani che sperano in un’adozione, le referenti dell’associazione L’Impronta sono Elisabetta, 338 2635117 e Losa, 320 1458159. I volontari sono presenti in canile il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18: il sabato ci sono anche la mattina dalle 10 alle 12. La struttura comunale accoglie un centinaio di cani. Si può visitare, contattando i volontari.


Il nostro mitico Nerone ed il salvataggio di un piccolo micio!!!

 

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Mamma gatta doveva saperlo. Le avevano raccontato di certo che Ambra aveva già adottato un cagnolino disabile, Nerone. Così, dovendo abbandonare uno dei suoi cuccioli, perché troppo stanca, lo ha portato in salotto: e l’ha adagiato lì. Un ultimo bacio, una leccatina. Il cuore che si stringe di dolore. Poi, via. Saltando dalla finestra, proprio come era entrata. Sembra una favola. E’ la pura realtà. E quando Ambra ha trovato quel neonato, tutto ossa, si è stropicciata gli occhi: perché non sapeva da dove fosse arrivato. E non sapeva come tenerlo. Le belle storie hanno bisogno di personaggi buoni. Ed ecco Federica: animalista, storica volontaria. Una che di gattini ne ha già salvati tanti. «Mi è sembrata un’impresa impossibile – confida – perché aveva ancora gli occhi velati. Posso solo immaginare con quale dolore la mamma l’abbia lasciato. Doveva essere proprio disperata». Sono iniziate così due settimane di poppate, collirio, siringhe con antibiotico, corse dal veterinario: «Sempre col terrore che mi morisse fra le mani, fra vomitini e cacche da pulire, antipulci, scorte di pappine, trasportino». Chi ama gli animali lo sa. Sa che un cucciolo è un cucciolo: sia d’uomo, sia di gatto. Richiede tempo, pazienza, cure. «E giorni di ferie», ride Federica. La buona notizia, è che lo scricciolo ce l’ha fatta. S’è salvato, sta bene. E ha trovato un “padre adottivo”. «Io non potevo tenerlo, ne ho già altri – racconta – così ho cercato un’adozione, e l’ho selezionata: Christian se n’è innamorato. Non gli farà mancare coccole e attenzioni». Il minuscolo esserino, vivacissimo, sta imparando a fare Tarzan. Si arrampica, si lancia. «Mi mancherà la corsa a casa per guardarlo giocare con il topino di pezza – ammette Federica – mi mancheranno le fusa, le zampine, le scalate fino alle spalle. Un trottolino che ha sconfitto un destino che pareva segnato». Da Ambra a Federica, a Christian. Mamma gatta ha scelto bene, quando si è introdotta furtivamente in quella casa, per lasciare il suo piccino su quel divano. Da dove sia spuntata, non si sa: e non lo scoprirà probabilmente nessuno. Certo è che fra gli animali esiste un mondo di comunicazioni parallele, che sfugge agli “umani”. Mamma gatta ha sentito che di Ambra si poteva fidare. Glielo avrà detto Nerone, il cagnolino disabile, appena adottato dal canile comunale: lui, ha potuto lasciare la sua cella, e trovare una famiglia che lo coccola, e che lo cura, anche se ha bisogno di tanto tanto tempo, perché la le zampette paralizzate. E' bello immaginare che sia stato proprio Nerone, a consigliare mamma gatta, a dirle di lasciarlo in quella casa, perché il piccolo orfanello avrebbe ricevuto tutte le cure. Ed è bello poter raccontare una storia a lieto fine.


La bellissima storia a lieto fine del nostro Scimitarra detto Scimy raccontata dalla giornalista Sondra Coggio sul Secolo XIX.
Stefania, Roberto ed Alessia adottandolo hanno cambiato il suo destino e gli hanno aperto le porte della libertà e della felicità.
Non troveremo mai le parole adatte per ringraziarli abbastanza.

ADOTTARE UN CANE ANZIANO RENDE PERSONE MIGLIORI.



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Gli occhi sono già tornati vivi. Lo sguardo è diverso, è ritornato a mangiare con appetito, s’è fatto più paffuto. Tutto perché adesso Scimitarra è felice. Nome difficile, il suo. I volontari dell’associazione L’Impronta, lo chiamavano solo “Scimi”, al canile comunale. «Una famiglia meravigliosa l’ha adottato – raccontano – e questo ripaga ogni fatica e ogni lacrima». Stefania, il marito Roberto, la figlia Alessia, hanno scelto proprio lui: un cane non più giovane, silenzioso. «L’abbiamo voluto, perché lui fa parte degli invisibili – racconta Stefania – e quando gli passi accanto, si fa notare poco, non sa nemmeno dare i baci. L’abbiamo visto allo stand dei volontari, al Vegan Fest. Era lì, con un cartello al collo: cerco adozione. Noi abbiamo già un cane, ma quei suoi occhi ci hanno colpito». Si erano ostinati, Pierandrea Fosella, e i ragazzi dell’Impronta, a portarlo fuori: perché non lo notava nessuno. «E hanno fatto benissimo – si commuove Stefania – perché ce ne siamo innamorati. Il nostro altro cane, Tato, l’ha adottato, come un fratello. Ogni giorno ci regala emozioni, siamo lusingati per il suo amore, straordinario». Scimi lo sa. Sa che è stato un miracolo. Ed è così felice, da non stare più nella pelle. Ieri, Stefania l’ha portato in spiaggia: «La sua felicità era commovente: correva, scodinzolava. Un cane anziano è un grande dono: posso assicurare che adottare è sempre un gesto che ripaga. Si ricevere ancora più affetto di quanto se ne dà». Un'adozione è davvero una cosa bella: specie se di un cane anziano, che si riesce a strappare ad una fine solitaria. I volontari dell’associazione L’Impronta sono presenti il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18, il sabato anche la mattina dalle 10 alle 12. Per informazioni sulle adozioni, le due referenti dell’Impronta sono Elisabetta 338 2635117 o Losa 320 1458159.


NERO E TOBIA SUL SECOLO XIX!!!!

Nero e Tobia raccontati dalla giornalista Sondra Coggio  su Il Secolo XIX.

 

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Passarella per Nero e Tobia. A portarli in città, in questi giorni, nel tentativo di farli adottare, sono i ragazzi dell'associazione "L'Impronta", che raccogli la quasi totalità di chi presta opera gratuita a servizio del canile del Comune della Spezia.
"Attraverso queste uscite-sottolinea Pierandrea Fosella, uno dei fondatori- siamo riusciti a far adottare tanti cani che nessuno aveva mai notato: i meno giovani, quelli disabili. Il risultato è stato grande , anche se dispiace dover ammettere che il canile ritorna ogni volta a riempirsi , non appena qualche cane esce". Per i cani anziani, quelli che hanno già passato tanta vita in cella, le uscite sono importanti.
"Riprendono vita" spiega l'associazione retta da Elisabetta Spinozzi. I volontari, sono quelli del banchetto di Piazza Beverini. Quelli che il sabato e la domenica preferiscono sacrificare il tempo libero, per far conoscere i cani della struttura di San Venerio.
"Male che vada, prendono mille carezze- raccontano- e rientrano con il cuore pieno di gioia: cercano di farsi bastare quel calore, per tutti gli altri giorni".
I volontari dell'Impronta sono presenti in canile il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica dalle 15 alle 18: il sabato ci sono anche la mattina dalle 10 alle 12. Le referenti dell'associazione di volontariato, per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Le referenti per le adozioni dei gatti sono Chiara 347 7172458 e Paola 338 3871826.
La struttura si può visitare , contattando i volontari.


Phibi e Tony cercano casa e sono protagonisti di quest'articolo uscito su Il Secolo XIX.

 

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La sua casa, ce l’aveva. E aveva qualcuno che l’amava, o forse, chissà, non abbastanza. Dev'essere successo qualcosa, se una mattina la sua vita è cambiata. Il cancello del canile si è spalancato sui suoi grandi occhi chiari. «Aspetta qui...». Solo che lei, la piccola Phibi, non è mai più uscita. Eppure, dolcissima e gentile, non ha mai perso la speranza, e nemmeno l’amore, infinito, nei confronti del mondo. Il musetto, sembra disegnato: una striscia bianca, macchiettata di nocciola, e il resto del muso color castagna. Petto bianco, orecchie morbide, pronte a “volare”, quando corre. Phiby è bella. E divideva la gabbia con un vecchio amico, molto anziano. Qualcuno, con grande generosità, l’ha voluto adottare, perché non concludesse i suoi giorni in canile. Così Phiby l’ha salutato. Ed è rimasta sola. Sola come Tony, con i suoi occhi diversi: uno azzurro e l’altro bruno. Il manto chiaro, le orecchie appena velate d’una tinta arancione. Aspettano, Phiby e Tony. Come aspettano Ralph, e Bob, e Tsunami, Whisky, Thelma, Shakira. E tutti gli altri. Il tempo, però, passa. E i volontari dell’associazione Impronta, sperano che qualcuno si innamori di loro, e li porti a casa; anche se svuotare il canile sembra come svuotare l’oceano. Più cani escono più ne arrivano. Purtroppo. E qualcuno, vola sul ponte, prima che la fortuna bussi alla sua porta.


Lucky molti di voi lo conoscono già, perchè lo abbiamo portato diverse volte in città, a banchetti o passeggiate. Nonostante ciò vogliamo ripresentarvelo, perchè si trova ancora in canile. Eppure è un cane dal carattere perfetto, gioioso e affettuoso, buonissimo con tutti, grandi e piccini! E' arrivato con suo fratello Luffy, che è morto diversi mesi fa lasciando un grande vuoto nel nostro cuore e soprattutto nel suo...senza di lui la vita di Lucky è ancora più triste e solitaria e ci piacerebbe davvero tanto vederlo finalmente felice in una famiglia che lo ami!

 

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ERANO entrati in due, in canile. Luffy e Lucky. Avevano scelto, per loro, due nomi solari, di buon augurio. Una risata, l’uno, e la fortuna, l’altro. Solo che Luffy non c’è più. S’è ammalato, è dimagrito, ed è volato sul ponte: quello con l’arcobaleno, in cui si immagina corrano felici tutti i quattro zampe, aspettando quel magico momento in cui potranno ritrovare il proprio amico “umano”. Lucky è rimasto lì, ad aspettare da solo quell’adozione di cui parlavano insieme, lui e Luffy, nelle lunghe sere in cella. Due fratelloni, bianchi e neri. Due grandi amici, che passavano le ore sognando di varcare insieme quel cancello, verso il miraggio di una casa. Due cuori, otto zampe e lo stesso pensiero. E come correvano, nel prato, quando toccava a loro, l’uscita per sgambare... Solo che Lucky è rimasto vivo, lì, a sperare. E deve farlo anche per Luffy, adesso. E i volontari dell’associazione L’Impronta, che organizzano spesso passeggiate in città, per far conoscere gli amici del canile comunale, l’hanno scelto per l’ultima loro camminata in centro. Lucky ha indossato tutto orgoglioso la bandana blu, quella con scritto sopra “cerco casa”, e s’è gustato una giornata immensa di libertà. In auto, è stato bravissimo. Con Pier, Paola, Martina e Marilena, ha trotterellato intorno al gazebo dell’associazione, e tanti si sono fermati, a chiedere qualcosa su di lui. Finita la festa, Lucky è tornato in gabbia, con una tempesta di emozioni nel cuore: profumi, immagini, sensazioni di libertà. E lì, adesso, continua ad aspettare il suo miracolo.


Che dire di Kid? Lui è un cucciolone bellissimo, bravissimo e dolcissimo! Non si sa come abbia potuto finire in canile nè come possa anocra starci...è un tesoro di cane, in casa si comporta divinamente e ve la riempirebbe di un affetto sconfinato! Come si può resistere a questi occhioni?? Noi ci sciogliamo ogni volta ed è un peccato vederlo ancora in gabbia...vi consigliamo di venirlo a conoscere il prima possibile, perchè siamo certi che farà strage di cuori!


Il nostro calendario 2018 si Il Secolo XIX.

 

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Si sono concessi un calendario, i ragazzi che fanno volontariato presso il canile comunale di San Venerio, come associazione L'Impronta. Sono tutti di età e professioni diverse. Li unisce l'impegno a favore di quei cani e gatti che vengono abbandonati, e rischiano di restare tutta la vita in gabbia, se non c'è adeguata promozione della loro esistenza. I volontari si fanno carico di dare una mano in canile, ma soprattutto promuovono eventi e iniziative all'esterno, per far conoscere cani e gatti presenti. E in questo modo agevolano le adozioni. Anna Cirillo ha firmato le fotografie, che raccontano il grande amore per gli animali. Fra l'altro, tutti e dodici gli amici immortalati cercano casa. Il calendario ha finalità benefiche. Il gruppo è privo di fini di lucro, e si adopera per contrastare il fenomeno degli abusi e degli abbandoni. Per informazioni, Elisabetta 3382635117, Losa 3201458159, Pier 3206883661.


Garfield e Piuma su Il Secolo XIX.

 

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Vuole il proverbio che fra cane e gatto non corra buon sangue. Ci sono, però, cani e gatti veramente amicissimi, tanto da condividere la stessa ciotola della pappa. Il gatto è Garfield, e il cane è Piuma. Non sono nemmeno cresciuti insieme, ma – con le dovute attenzioni – sono diventati inseparabili. Il gatto già era il padrone di casa, ma ha accettato di condividere l’appartamento con il nuovo amico. Ed eccoli lì, perfettamente a proprio agio, uno accanto all’altro. Capita sempre più spesso che vi siano adozioni miste, cane e gatto. Tutto dipende dall’indole dei singoli esemplari, e dalla pazienza di chi deve procedere con l’inserimento. «Piuma – raccontano i volontari dell’associazione L’Impronta - è uno dei cuccioli di mamma Polda, una cagnolina molto tranquilla, e dolce, che aspetta un’adozione, e si trova presso il canile comunale della Spezia». Un rifugio è un mondo a sè: ci sono davvero tanti cani e gatti, di età e storie diverse. Fra i tanti che cercano casa, c’è Blacky, ancora giovane, taglia media, il classico meticcio di canile, che non vede l’ora di uscire e farsi notare nel mondo. Un tipo allegro, con un suo caratterino. Vivace, come Tsunami, simile ad un labrador, di origini incerte ma di indole molto dolce. O Ringo, maschio, taglia grande, incrocio Malinois, che prima di poter essere adottato necessita, com’è naturale, un periodo di conoscenza.


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