Parificare gli animali d'affezione agli esseri umani, identificandoli come soggetti di diritto. Il prossimo 30 settembre (15.30-19) si svolgerà in ogni regione d'Italia una manifestazione dal nome non proprio sintetico ("Corteo nazionale codice civile classificazione animali") promossa da liberi cittadini con la collaborazione di alcune associazione onlus. Lo scopo è sollecitare il legislatore italiano a modificare il codice civile in chiave animalista; "modifica che in altri Paesi europei è già avvenuta da tempo: in Austria nel 1988, in Germania nel 1990, in Svizzera nel 2002, in Francia nel 2015, in Portogallo nel 2017", assicurano i firmatari.

L'evento che avrà la forma di corteo, presidio o iniziativa culturale si svolgerà in diverse città italiane, ha due madrine nell'attrice Loredana Cannata e nella showgirl Patrizia Pellegrino. A sostegno dell'iniziativa è stata aperta una raccolta firme digitale. In Liguria domenica ci sarà un presidio per la raccolta firme e adesioni a Lerici, nel Parco Shelley di San Terenzo. L'evento per la Liguria è organizzato dalla cantante e musicoterapeuta spezzina Jenny Fumanti con la collaborazione dei soci dell'associazione Ca.Te.Ri.Na. e di Federica Paita e l'associazione "Arku un cane amico". Attualmente hanno aderito all'iniziativa e saranno presenti al Parco Shelley anche l'associazione L'Impronta, l'Asd Pallavolo Don Bosco, Loredana Parodi e l'associazione "Il cuore degli animali". Alle 17:00 ci sarà inoltre una conferenza esplicativa sul tema, che vede fra i relatori l'avvocato Francesco Marzano.

Cosa chiedono gli animalisti? "Precisamente si chiede che l'attuale normativa, contenuta nel libro terzo del codice civile "Della proprietà" e sintetizzata in particolare dagli artt. 810, 812, 820, 923 cod. civ, che qualifica gli animali come "cose mobili" venga modificata introducendo un apposito titolo che espressamente definisca tutti gli animali come esseri senzienti, conformemente a quanto già previsto dall'art. 13 del Tfue, riconoscendo inoltre la soggettività giuridica agli animali d'affezione, che ormai sono a tutti gli effetti membri della nostra famiglia. E' in re ipsa che dall'auspicata riforma del codice civile conseguirà un ampiamento delle tutele previste per tutti gli animali, anche in ambito penale, pertanto la partecipazione alla manifestazione indetta è molto importante".


Freddy cerca casa al banchetto de L'Impronta in Corso Cavour dalle 16 alle 20.


La nostra pacifica protesta contro l'uso e la vendita dei richiami vivi in questo articolo della giornalista Sondra Coggio.

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

L’Europa contesta da anni l’utilizzo di richiami vivi per attrarre e abbattere le prede. Si tratta - afferma l’Unione - di una vera crudeltà. L’Italia non si piega alle indicazioni europee e va avanti a colpi di deroghe. In politica prevale la linea dei cacciatori, che rivendicano il diritto a «una caccia ancestrale, trasudante passione». Fra i Comuni che legittimano l’uso dei richiami vivi, c’è Sarzana, che rinnova ogni anno la discussa fiera mercato, con vendita di piccoli uccelli destinati a non volare mai più. «Animali catturati per richiamare le prede, ingannandole con il proprio canto», contestano molti cittadini, che da giorni inviano lettere di protesta. Sotto le amministrazioni di centrosinistra, la protesta ambientalista non aveva sortito alcun effetto. Primo sostenitore della «tradizione dei richiami vivi», in commissione ambiente al Senato, era Massimo Caleo. Il Pd aveva votato compatto a soste­gno di questa pratica, con l’esclusione delle senatrici Puppato e Cirinnà. La Lipu, sconfitta, aveva parlato di una «pagina penosa per il Paese». La nuova amministrazione di centrodestra s’è mossa in con­tinuità. Stessa fiera, stessa vendita di richiami vivi. Animalisti Italiani ha scatenato l’invio di lettere di protesta, il “mail bombing”. Le altre sigle hanno attivato invece un presidio con volantinaggio pacifico. L’iniziativa è partita dall’associazione Cittadini Consapevo­li, affiancata da Beta Benessere e Tutela Animali, L’Impronta, Lipu, Legambiente, Liberi, Sos Randagi. Ottenere lo stand è stato più difficile, perché il Comune ha «delegato la decisione a Federcaccia, che non gradiva-comprensibilmente - la presenza di persone contrarie». Alla fine è stato trovato un piccolo posto decentrato e il sit in c’è stato: volontari in gabbia, con l’invito a pensare ad una vita da incubo. Le associazioni sperano comunque in un dialogo col Comune: «Il nuovo sindaco è appena entrato, forse vorrà ascoltare le ragioni di quella maggioranza della popolazione che non tollera più l’esercizio della violenza sugli animali. Sarzana si vanta di essere città della cultura. Mal si concilia con una fiera che propone anche ai bambini il mo­dello di minuscoli esseri con­dannati a non volare, imprigionati, chiusi nelle cantine, tirati fuori per richiamare propri simili da uccidere». La caccia è anacronistica, scrivono i volontari. Il richiamo vivo «è una barbarie, che non rispetta il diritto alla vita». Fra le tante lettere di protesta, associazioni come il comitato europeo difesa animali, che ricorda «come viene trattato un richiamo vivo, fra penne strappate e torture», ma anche singoli cittadini che chiedono un «passo di civiltà, perché non tutto quello che era tradizione una vita fa è ancora accettabile nella società evoluta di oggi». Chi testimonia pratiche di «accecamento, perché cantino meglio», chi racconta di «gabbiette striminzite al buio». Chi si chiede con che diritto «nel 2018 una città “di cultura” legittimi la privazione del diritto alla vita, per divertire chi non caccia più per nutrirsi e per vestirsi di pelli e piume, ma per gioco». —


L'adozione del nostro piccolo Calimero, ora Locky, sulle pagine del Secolo XIX.

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

Anche Locky, piccolo e vivace, ha lasciato il canile comunale di San Venerio e potrà vivere in famiglia.
Per i ragazzi della onlus “L’impronta”, che da poco hanno in gestione la struttura, sono giornate di grande soddisfazione. Le adozioni vanno bene. L’impegno profuso a favore dei cani ospitati al rifugio sta iniziando a ripagare. In questa settimana ci sono state ben tre celle liberate.
“Antonio ha scelto Locky – raccontano – e per un mese è venuto a trovarlo, ogni giorno, prima di portarlo a casa: aspettando che la burocrazia concludesse il suo corso. Storie belle da raccontare perché un’adozione non si può chiudere a cuor leggero. Si deve essere certi che il cane possa trovare una casa sicura, definitiva, stabile. Devono esserci tutte le condizioni, altrimenti sarebbe esporre sia il cane che la sua famiglia ad una delusione”.
In canile ci sono cento cani, diversi gatti.

 


Thelma e Luise le nostre vecchiette protagoniste di questo articolo uscito su Il Secolo XIX.

 

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Un tappeto morbido un ventilatore, tutti per lei. Louise ha 17 anni, è bionda e morbida, ed uno sguardo fiero, nonostante gli acciacchi. Ora è felicissima perché è salita, dopo tanti anni, ai piani superiori. Non sta più in cella, come tutti gli altri ospiti del canile.
Ora è in una stanza, accanto ai volontari, che la riempiono di coccole: mentre Thelma, la
sorella, stessa età, pelliccia bianca, occhietti vivaci, zampetta ancora lì fuori, da sola, nonostante l'età.
«Sono due cagnoline selvatiche, entrate tanti anni fa, e mai adottate», raccontano i ragazzi dell'Impronta, impegnati in questi giorni a ripulire da capo a fondo il canile del Comune.
Ci sono tante storie, raccolte su al rifugio comunale. Storie di tenerezza, come quella di queste due sorelle, che non troveranno più una famiglia, ma – grazie al comune – hanno comunque un riparo ed un pasto. La onlus che ha da poco preso la struttura in gestione, ha un grande sogno: svuotare le gabbie. «Insieme, possiamo farcela – spiegano i volontari - facendo una campagna di adozione e invitando tutti a sterilizzare i propri cani e gatti, a non abbandonare cucciolate. Perché il canile è l'ultima spiaggia. Noi ce la mettiamo tutta ma dovrebbe essere vuoto...». I primi passi dell’impronta, che opera in collaborazione con un'altra onlus, Anta, sono stati subito molto concreti. Via le zecche. Via le erbacce. Più sgambature. E un’alleanza con Almo Nature, per pasti nutrienti. L'avvocato Piera Sommovigo affianca i ragazzi, nelle complesse procedure burocratiche: «Non c’è fine di lucro, solo amore per gli animali: un valore aggiunto per la città».
 
Insieme al comune, saranno proposte campagne di conoscenza del canile per avvicinare la città, e invitare a scegliere un cane e un gatto al rifugio, prima di rivolgersi altrove. —
 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

Li avevano salvati a fatica. Li avevano sottratti alla morte, perché avevano ali spezzate o lesioni gravi, tali da renderli capaci di volare.
Adesso, quei dieci gabbiani disabili rischiano di non avere più un futuro, perché il decreto di affidamento ai volontari, firmato dalla Regione Liguria, non viene riconosciuto da parte delle forze dell’ordine. Tutti hanno un nome. In larga parte sono stati recuperati dai cittadini, che li hanno consegnati proprio alle forze dell’ordine: che – a loro volta – li hanno portati ai volontari.
Ora viene fuori che Ciuffetti, Ruzzolo, Loredano, Antonio, Beccaccia, Comodino, Portivene, Byron, Coco e Pullo non possono più essere ospitati in un terreno privato. E siccome non sono in grado di sopravvivere da soli, il rischio è che finiscano per essere condannati a morte. Il singolare braccio di ferro, è stato innescato dal solito esposto anonimo. Qualcuno, non si sa chi, ha denunciato i volontari. L’anonimo non ci ha messo la faccia. Si è firmato genericamente “un vicino di casa”.
Tanto, non si saprà mai chi è, e quali intenzioni avesse.
Se non che, la Procura ha attivato una serie di ispezioni, attraverso i carabinieri forestali. E i volontari rischiano di trovarsi nei guai, per aver dato la propria disponibilità a nutrire e curare, a proprie spese, i gabbiani.
La questione è tenuta sotto riserbo. Da una parte, ci sono i volontari, in particolare dell’associazione L’Impronta e della Lipu. Dall’altra, c’è la giustizia, che si è mossa sulla base degli esposti anonimi e ha messo sotto inchiesta chi, - fin qui – si è pagato sia le cure che il cibo.
In mezzo c’è la Regione, che ha firmato un decreto di affido, autorizzando in particolare la permanenza di tre esemplari in un giardino, e la contestuale ricerca di adozioni, per gli altri. Tutti a elogiare, a fare i complimenti.
Fino all’altra mattina, quando si è scoperto che questo decreto di affidamento non ha nessun valore, secondo chi sta indagando. –

L'adozione del nostro piccolo Harlock da parte dell'Assessore ai diritti degli animali Giulia Giorgi in questo articolo uscito su Il Secolo XIX.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

........... e poi ci sono storie così...........
Viene in canile una bella ragazza a trovare i cani e i gatti ospiti in struttura. Uno sguardo, una carezza, un sorriso ad ognuno di loro ma la sua attenzione viene catturata da un musetto unico e particolare, uno di quelli che suscitano in molti tristezza. Eh Si, il piccolino non ha un occhietto e dall'altro vede molto poco ma la bella ragazza nota solo la sua dolcezza e la sua bellezza. Carezze, baci coccole e fusa sono un tutt' uno. La decisione è quasi scontata, il piccolo Harlock ha trovato la sua anima gemella !!! Una emozionante storia resa ancor più speciale dal fatto che la bella ragazza è il nostro Assessore Giulia Giorgi !!! Gran bell'esempio Giulia !!! Non ti sei fermata davanti all'aspetto fisico ( anche se Harlock è bellissimo), alla disabilità, alla diversità! Grazie Giulia, tutti noi Vi auguriamo una lunga e felice vita insieme.

 


Articolo  su Il Secolo XIX della giornalista Sondra Coggio.
Ne approfittiamo per ringraziare tutte le persone che ci hanno aiutato in questo lungo e impegnativo percorso, in particolar modo la magnifica Piera Sommovigo, grande professionista e grande animalista e la giovanissima ma altrettanto brava Letizia Benvenuto.
Noi metteremo tutto il nostro impegno e le nostre competenze per tutelare gli animali, cani e gatti, che, loro malgrado, hanno varcato e varcheranno la soglia del nostro canile municipale. Non da meno, cercheremo prima di tutto di sensibilizzare tutte le persone ad un maggior rispetto e consapevolezza nell'intraprendere una vita a sei zampe.
Continuate a seguirci perché dopo le code scodinzolanti a cui abbiamo promesso una vita migliore, ci sostiene e sprona a migliorarci sempre più, il vostro affetto e la vostra fiducia.


Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:


L’associazione dei volontari del canile, L’Impronta, è subentrata nella gestione del rifugio comunale, e si è messa al lavoro per risanare le strutture e puntare ad un obiettivo ambizioso: fare più adozioni possibili.
Un centinaio i cani presenti. Di taglia piccola, come Camillo, che assomigli ad un bassotto, o Gianni, magrissimo, color miele. Di media taglia, come Whisky o Freddie. Ci sono cani tranquilli, come Penny, tutta nera o che aspettano da tanti anni, come il bellissimo Miele, bianco, con la testolina nera.
E poi ci sono i gatti. Adulti, che sognano una casa, per uscire dalle gabbie, e gattini come la cucciolata di tutti i colori, che aspetta adozione. L’Impronta non ha fini di lucro. Sono tutti volontari. Ad aiutarli nell’ impresa a partecipare al bando, hanno trovato l’avvocato Piera Sommovigo, grande paladina dei diritti degli animali, e l’Anta, con Rossana Tomassini, che già aveva gestito il rifugio anni fa. Prima iniziativa, l’intesa con Almo Nature, per un nuovo tipo di alimentazione, di qualità. I cani e i gatti- increduli- hanno spolverato tutto. Per vedere gli animali, e informarsi sulle adozioni, il canile è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19. Per informazioni: Elisabetta 3382635117 o Losa 3201458159
 
 
 
 
 

Tanti vengono in canile cercando un cagnolino di taglia piccola, ma Anna ed Elsa sono ancora qui. Eppure sono piccole piccole, dolcissime con quelle loro orecchie grandi e quello sguardo che ti fa sciogliere! E' forse perchè sono ormai fuori target per l'età? E' forse perchè cerchiamo per loro un'adozione di coppia dopo una vita passata insieme? Non lo sappiamo, fatto sta che queste due topine cercano ancora una famiglia che le accolga con amore. Sono un pò timorose, ma con un pò di pazienza vi regaleranno tanto affetto!


In questo articolo la giornalista Sondra Coggio racconta il "trattamento di bellezza" di Freddy, una coccola che per un cane chiuso in canile diventa anche un giorno di svago e spensieratezza.


... e poi ci sono le adozioni speciali, quelle che ti fanno battere forte il cuore. Quando incontri persone così il mondo, magicamente, si avvicina un pò di più al nostro ideale, fatto d'amore e rispetto, per tutti.
Questo bel gattone è paralizzato e una persona straordinaria ha scelto che in quella gabbietta non poteva più stare.
Un animale infermo sappiamo bene essere molto impegnativo ma l'amore che donerà sarà mille volte superiore alle fatiche.
Rino ora ha una bellissima casa dove poter scorrazzare, una magnifica mamma tutta per lui e una serie di zii e zie che ogni giorno lo viziano e gli fanno regalini.
Te li meriti tutti questi vizi dolce Rino, buona vita!


La vittoria del nostro Lucky alla corsa "Corri per i tuoi occhi" organizzata dal Lions Club raccontata dalla giornalista Sondra Coggio su Il Secolo XIX.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

And the winner iiiisss.... LUCKY!!!
Eh già, il nostro Lucky accompagnato dai nostri volontari Alessandra e Massimo è stato il primo quadrupede a tagliare il traguardo della manifestazione benefica organizzata dal Lions Club Roverano La Spezia, i cui incassi andranno devoluti all'acquisto di macchinari sanitari.
Per noi è stato un vero e proprio divertimento partecipare, senza dimenticare che dare visibilità al nostro bravissimo Lucky ad una manifestazione tanto meritevole, ci scaldava doppiamente il cuore per la finalità benefica a favore del prossimo.
Lucky è stato bravissimo, ha partecipato con entusiasmo e serietà, trovandosi sempre a suo agio in questo contesto, circondato da bipedi e quadrupedi mai visti.
Bravi anche i nostri due atletici improntini che si sono adoperati affinché per Lucky la camminata fosse solo un momento di puro divertimento.
Come sempre bellissima atmosfera, circondati da persone che impiegano parte della loro vita a perseguire obiettivi utili alla collettività.
Che dire di più, siamo entusiasti, bellissima iniziativa, speriamo ce ne siano sempre di più!


Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

Le zampette posteriori para­lizzate. La metà inferiore del corpo, completa mente rasa­ta: testimonianza di una visita medica che deve essere stata fatta, di recente, prima che venisse portata in canile.
Adagiata in un pannolone. in una gabbia di metallo, con ampie chiazze scure. Ruggine, probabilmente, in parte. E, sul davanti, altre macchie. Forse derivanti dalle ferite. Ci sono tanti cani e tanti gatti, al canile comunale della Spezia.
La gente continua ad abban­donarli, purtroppo: e le amministrazioni si fanno carico di recuperarli, salvarli, proteggerli e nutrirli. La vista di questa gattina, non è passata inosservata, ai visitatori: per la rassegna­zione del suo sguardo. La sua storia, forse, la conosce il Co­mune. Forse, chissà, è stata vittima di un incidente. Forse è stata picchiata. O abbandonata. Certo è che sta lì, da qualche settimana, in quella stanza in cui vengono sistemati I gatti, in mancanza di un vero gattile.
E chi l'ha vista, incrociandone lo sguardo, racconta dei suoi occhi spalancati, del suo silen­zio. Non può muoversi, la gattina. E non può fare, stando in canile, alcun tentativo di riabilitazione. La sua unica speranza, è un miracolo: un'adozione del cuore, da parte di qualcuno, che provi a tirarla fuori da lì.
Succede, che cani e gatti finiscano in una struttura rifugio. Per fortuna, da anni, il Comune della Spezia ne ha costruito una, invia Del Monte: unico, su 32 Comuni della provincia. Meno male che c'è. Peccato che ci siano segni di ruggine, usura, erbacce con un'invasione di zecche ancora recente.
Chi ha visto la gattina, chiede al Comune di fare di più. Un passo oltre. Non c'è un gattile, al rifugio, ma servirebbe: perché -purtroppo - la gente ab­bandona le cucciolate al cancello. E non è mai stata prevista una struttura dedicata, per il trattamento medico interno dei casi più seri: come quello della gattina o della cagnolina nocciola, che mostra segni di malattia, sulla pelle. E chissà quanti altri. Molto ha fatto, il Comune, creando il rifugio, anni fa, e le regole per chi lo gestisce, per chi sale in visita e per i volontari, la maggior parte dell'associazione l'Impronta, che ha contribuito negli ultimi anni a far adottare un numero altis­simo di cani e gatti.Molto, il Comune potrebbe ancora fare. Anche per questa gattina.

Emma è rimasta sola nella sua gabbia, la gabbia che ha condiviso per anni, tanti, troppi, con il suo compagno Sirio che adesso non c'è più.

Ne parla in questo articolo la giornalista Sondra Coggio su il Il Secolo XIX.



Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:



S’è addormentato, Sirio. E questa volta sarà per sempre. Nessuno l’ha mai adottato, il vecchio cane nero. E la sua vita l’ha trascorsa in canile. Ed ora che il buon Sirio se n’è andato in silenzio, come tutti i cani invisibili, ad aspettarlo invano è rimasta la sua metà. Emma. L’altra vecchina della cella. Emma che non sa. Emma che aspetta ancora quel vecchio brontolone. E guarda fuori, rauca, per cercare di vedere quella sagoma scura, familiare, che non ritornerà. Nel suo cuore di cane di canile, piano piano, si sta facendo spazio la verità. La sua solitudine, sarà ancora più silenziosa. «Avrebbe bisogno di una casa e di tanto amore, di una famiglia che non ha mai avuto – spiegano i volontari dell’Impronta – anche se ci vorrebbe un miracolo: perché Emma è una vecchia signora un po’ burbera, avanti con l’età. Eppure se lo meriterebbe proprio, un giardino, dopo una vita in una cella. Specie ora che il suo Sirio non c’è più». I volontari sono in canile, in via del Monte, a San Venerio, il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica dalle 16 alle 19, il sabato anche la mattina dalle 10 alle 12. Per informazioni: Elisabetta, 338 2635117 o Losa, 320 1458159.


Il nostro Macchia protagonista si questo articolo si Il Secolo XIX.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

MACCHIA!!!
Il giorno in cui entrasti al canile municipale eri molto diverso da ora, bisognava stare attenti a manipolarti perché a volte reagivi in maniera “inopportuna”, ricordo ancora quando provai a metterti al collo il cartello per la campagna contro i botti a Dicembre 2017 e mi presi un bello spavento.
Metterti la pettorina era un impresa perché appena entrato in gabbia facevi dei salti che neanche Sara Simeoni all’olimpiade di Mosca.
Poi ti ho presentato due meravigliosi volontari Massimo e Susanna, sempre presenti in canile, pioggia, grandine o caldo opprimente, e le passeggiate fuori struttura sono triplicate.
E poi si sa che noi volontari dell’Impronta siamo de coccio, non avevi scampo …..e piano piano, passeggiata dopo passeggiata, carezza dopo carezza sei iniziato a cambiare, sempre di più.
E poi un giorno di pioggia è successo: ci siamo guardati negli occhi e ci siamo fidati ciecamente l'uno dell’altro.
Adesso ti fidi di noi e noi ci fidiamo di te, adesso ti posso prendere in braccio, ti posso accarezzare ovunque, adesso quando mi vedi mi sali in braccio e ci abbracciamo come due innamorati.
Insomma, ci hai permesso di entrarti nel cuore.
Chissà, forse anche il tempo ha contribuito a cambiarti.
Adesso Macchia sei pronto, sei pronto per lasciare per sempre quella gabbia, sei pronto per dare e ricevere affetto, sei pronto per un comodo divano accanto al tuo umano.
Insomma che aspettate, venite a conoscere Macchia al canile comunale.
Ah dimenticavo, Macchia non sente una cippa, insomma è sordo, ma questo è veramente solo un dettaglio.


 Si è concluso il ciclo di proiezione del film "Kedi - La città dei gatti".
Per noi una nuova esperienza che ci ha entusiasmati e ci ha dato la possibilità di esplorare un nuovo modo per comunicare.
Grazie alla produzione Wanted che ha pensato di dare un'opportunità di sensibilizzazione alle associazioni di tutela animale, grazie ai nostri compagni di viaggio Associazione Beta, A.n.t.a. La Spezia e Arkus Un Cane Un Amico e soprattutto grazie a Silvano Andreini, titolare del cinema Il Nuovo di Via Colombo che ci ha ospitati con grande disponibilità e sensibilità.
Abbiamo portato tutti la nostra esperienza come associazioni, con rimandi alle normative e con il racconto di esperienze dirette.
Se anche una sola persona sarà tornata a casa ripensando a quello che ci siamo detti, il nostro obiettivo è stato raggiunto.
Grazie a tutti, a chi ci segue, agli amici che ci sostengono sempre con la loro presenza e anche a chi è capitato per caso e ci ha sopportati ascoltandoci.


Il nostro Mirtillo protagonista di questo articolo su Il Secolo XIX.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

Mirtillo è proprio un bel cagnolone, per gli amanti delle taglie grandi, col pelo lungo e folto che purtoppo, visto il luogo dove sta da tanti anni, è piuttosto arruffato. Il nostro Mirtillone non è fatto per quelli che vogliono un cane da spupazzare e che sia sempre a fare le feste, se ne sta abbastanza per i fatti suoi, ma come tutti avrebbe bisogno di qualcuno che lo ami e si prenda cura di lui. Dopo lunghi anni passati in cella, sarebbe bello se potesse godersi quotidianamente le passeggiate che gli piacciono tanto e avere cibo buono e una casa accogliente. Sappiamo che un cane adulto di taglia grande è ben difficile che trovi adozione, ma altri hanno trovato lo stesso famiglia! Speriamo che il sogno possa avverarsi anche per lui.


Oggi non parliamo nè di cani nè di gatti, ma bensì di una gallina, la gallina Elvira raccolta morente a bordo strada dalla nostra volontaria Chiara e curata amorevolmente dal veterinario Carlo Andreoni e dalla sua insostituibile metà Perla Lucchini.
Adesso Elvira vive libera e felice con i gatti ed i cani della famiglia che l'ha adottata.
A raccontarci questa favola piumata è come sempre la giornalista Sondra Coggio su Il Secolo XIX.



E come sempre per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:



L’avevano gettata via, l’Elvira. Un nome, nemmeno ce l’aveva. Spennata, stanca, costretta ad una vita difficile. L’avevano buttata. Ed il Secolo XIX ne aveva raccontato la storia, quando Chiara, una volontaria del canile della città, s’era impietosita per quel fagotto spiumato, e l’aveva raccolta. Lei, la gallina, non riusciva nemmeno più ad aprire gli occhi. Vagava ai margini della strada. E solo tutta la buona volontà di Carlo Andreoni e Perla Lucchini aveva fatto il miracolo di salvarla. Farmaci, per disintossicarla dai giorni di strada, e pazienza. La nuova vita di Elvira, è una storia toccante. Perché lei, la gallina che era stata gettata via, ora convive con i gatti ed i cani di casa, nella bella casa della famiglia che l’ha adottata: promettendole un alloggio sicuro, e senza rischi. Non sarà uccisa, o mangiata. Come i gatti ed i cani di casa, condivide le giornate in giardino. Condivide proprio la ciotola, e le abitudini. E quando c’è il sole, si stende sul fianco – imitando gli amici a quattro zampe – a prendersi la tintarella. Elvira è straordinariamente intelligente. Impara in fretta. «Ormai conosce il suo nome – racconta Miriam, che l’ha adottata – è così buffa, quando la chiamo fa i cento all’ora, e prende la curva alla Niki Lauda, per arrivare da me». Gli animali non finiscono di stupire. L’uomo, per proprio interesse, li cataloga fra creature “da consumo”, da “caccia”, da “compagnia”. Però si comportano tutte allo stesso modo, se hanno l’opportunità di condividere un terreno, con i propri “umani”. Lei, Elvira, ogni giorno dona un uovo a chi l’ha salvata. E quando il dottor Andreoni, e l’assistente volontaria, Perla, la vanno a trovare, li riconosce, tutta festosa. Una sentenza recente, ha consentito ad un uomo di tenere con sé, in una casetta di periferia, il suo asinello. Per lui era un compagno di viaggio, come una cocorita. Minuscoli criceti, riescono a riconoscere chi hanno davanti. L'altra sera, due cuccioli di cinghiale sono scesi in spiaggia, a Portovenere, e si sono messi a giocare sulla sabbia. Si rincorrevano, si infilavano in acqua, e tutti attorno erano lì a fotografarli, a riprenderli. Del tutto identici a due cagnolini, in cerca di avventura. Sempre più urbanizzati, sempre più simili ad animali domestici. Si sono goduti gli applausi, felici: del tutto ignari delle "categorie" stabilite dall'uomo, che per alcuni sceglie la tutela, per altri no. Facile intuire il loro destino.


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