L'adozione del nostro piccolo Bolt su il Secolo XIX.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

Ciao a tutti, sono Bolt e vi devo dare una bellissima notizia!
Eh si perché anch’io ho varcato il cancello del canile 
In realtà la mia permanenza non è stata molto lunga rispetto a tanti altri amici, però purtroppo anche se per poco tempo, anch’io ho vissuto l’esperienza della gabbia ...
Una bella famiglia e’ venuta a fare un giro in canile e quando me l’hanno fatta conoscere, si sono innamorati di me.
D’altronde come si fa a non innamorarsi di me, guardatemi che bello sono, pure col pelo tutto variopinto e poi ho il nome di uno famoso! Si, l’atleta giamaicano, Usain, ma non ditegli che corro più di lui altrimenti mi vorrà sfidare 
Non c’ho tempo da perdere io, ora ho una piccola Amica che mi porta a passeggio, mi fa giocare e facciamo tanti sonnellini insieme; c’è anche un micetto curioso che mi guarda sempre e mi annusa; beh dobbiamo conoscerci bene perché passeremo tanto tanto tempo insieme.

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

Pioveva, ieri, in canile. Una giornata uggiosa, per i volontari e i cani in cerca di adozione. Bolt, però, non c’era. Non più. La sua Pasquetta l’ha trascorsa per la prima volta in casa. E non avrebbe potuto esserci una sorpresa più bella, per lui. L’avevano trovato sul raccordo autostradale. Catturarlo è stata un’impresa. Il cuore batteva forte, non riusciva a fermarsi. Correndo fra le auto, avrebbe potuto trovare la morte o provocarla. Il primo miracolo lo aveva avuto quel giorno. Non aveva microchip, nessuno l’ha cercato.
Il Comune della Spezia ha aspettato un po’, poi ha dato il via libera alla ricerca di una famiglia. I ragazzi della onlus L’Impronta, che gestisce il canile, si sono affezionati a quel piccoletto, così sfortunato.
Quando ha capito di non essere più in pericolo, si è rivelato un cagnolino dolce e affettuoso.
Gli hanno cercato un’adozione perfetta. Una famigliola si è innamorata di quell’ esserino, della sua gioia di vivere. Sono saliti a trovarlo, a San Venerio, e gli hanno aperto il cuore, prima ancora che il cancello. Bolt è felice, adesso. Niente più strada, niente più gabbia. Va d’accordo anche col gatto di casa.
E – sperando di non essere visto – si infila dentro il letto della piccola di casa, a rubare un altro abbraccio. Il destino gli sta restituendo la felicità mai avuta prima. Per visitare il canile e adottare un cane o un gatto, chiamare Losa 320 1458159 o Elisabetta 338 2635117.—


L'adozione del nostro Camillo  si è meritata un'articolo su Il Secolo XIX.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

Siamo talmente emozionati e felici di questa adozione che è veramente difficile tradurla in parole...
Si perché non è "una" adozione ma è diventata "due" adozioni! 
Se già eravamo felicissimi per l'adozione di Samanta perché non potevamo sperare in famiglia più bella, più amorevole, potete immaginare quando ce li siamo visti tornare in canile perché volevano dare un compagno a Samanta, riscattando un altro cane dalla vita in gabbia.
Ci capita spesso di suggerire alle persone che "due cani è meglio di uno" ma difficilmente questo nostro suggerimento viene compreso.
Ma oggi eccoci qua a dire: anche Camillo adottato!!!
Mai coppia fu più azzeccata, ci arrivano immagini che spaziano da "Le comiche" a "Libro cuore"... 
Grazie come sempre ad Almo Nature per la donazione di crocchette agli adottanti.
Allora grazie meravigliosa famiglia e grazie Gaia per queste tue parole:

 

"Io ho sempre voluto un cane ma non sono mai riuscita a convincere i miei genitori, fino al 12 agosto 2018 che ci siamo recati al canile ed abbiamo visto un sacco di cani ma ci siamo innamorati da subito di un cane meraviglioso un cane bello quanto pauroso.
Quando l’hanno fatta uscire dalla gabbia per farcela vedere non si avvicinava neanche da quanto aveva paura, per questo molti educatori ci avevano detto che ci avremmo messo tanto tempo prima di portarla a casa, ma noi ci eravamo innamorati talmente tanto che non volevamo rinunciare.
Andavamo al canile tutti i giorni per un mese circa e non ce ne siamo assolutamente pentiti, lei è un cane meraviglioso anche con le sue insicurezze che ha tuttora.
Abbiamo scelto di prendere un secondo cane per vedere se Samanta diventasse più coraggiosa.
Prima di prendere questa decisione avevamo un po’ di paure ma parlando con i volontari e con l’educatore che sono molto disponibili abbiamo preso una decisione, quella di prendere Camillo anche lui un cane bello, simpatico e coccolone.
Ringrazio i volontari e l’educatore per i consigli che continuano a darci se abbiamo bisogno, per la meravigliosa esperienza e per averci dato questi cani davvero meravigliosi.
Consiglio alle persone che vorrebbero un cane di prenderlo perché ti cambia la vita in meglio."


Articolo dove si fa un bilancio delle adozioni nei canili della provincia di La Spezia.

 

Per agevolarne la lettura lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:

 

Nell'ultimo anno sono entrati nei canili spezzini 501 cani. Ne sono usciti 551. I dati sono ufficiali, li ha elaborati la Asl veterinaria, diretta dalla dottoressa Elena Maria Teneggi. Sono numeri importanti. In 382 casi si è trattato di riconsegne ai proprietari , che li avevano smarriti. Nel 2018 le strutture canile presenti sul territorio provinciale erano ancora tre, non due come ora. Una sola è pubblica, quella di San Venerio, in via Del Monte, aperta anni fa dal Comune della Spezia e oggi in gestione alla onlus L'Impronta. Delle altre due private convenzionate, il Pezzino alle Grazie e Tavolara a Castelnuovo Magra, è rimasta solo la prima. Il canile di Tavolara risulta oggi non più operativo. A fine 2018 il Pezzino aveva 150 cani. Nello scorso anno risulta aver fatto solo 13 adozioni, un numero veramente basso. Il canile di San Venerio ne aveva 101 e ha raggiunto 43 adozioni. In tutto, considerati i tre canili, le adozioni erano state lo scorso hanno pari a 100. Il canile del Pezzino (0187 792.451) apre il lunedì , mercoledì, e venerdì dalle 8 alle 16, i martedì, i giovedì , sabato e domenica dalle 8 alle 12. Il canile comunale della Spezia è sempre aperto, dale 10 alle 12.30, dalle 16 alle 19. Per informazioni sulle visite e sulle adozioni si possono chiamare Elisabetta 3382635117 o Losa 3201458159.


Il progetto scuola al Canile Municipale raccontato  in questo articolo uscito su Il Secolo XIX.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

Oggi lasciateci ringraziare Elia, Emanuele, Manuel e Samuele dell'Istituto Capellini - Sauro che, tra tante onorevoli attività, hanno scelto di venire a svolgere il loro Progetto di Scuola e Volontariato proprio in canile da noi.
Hanno sopportato i nostri monologhi, ops, cioè, hanno ascoltato con interesse tutte le nostre argomentazioni sul mondo canino e felino e sui topos antropomorfi che vi gravitano attorno; ci hanno aiutato nelle più semplici e noiose ma basilari operazioni di struttura, hanno fatto da assistenti personali alle nostre gattare, hanno fatto pazientemente da dog sitter ai quadrupedi che "adesso questo dove lo metto, un attimino torno, tienilo un secondo che ora vengo, ah ciao ti sono cresciuti i baffi" e ci hanno fatto mille domande mostrando interesse che però "se eri mio figlio, ti avevo già alzato il volume della tv e ciao"!
Ovviamente scherziamo, di sicuro avete imparato che il canile è un grande caos di gente che viene e che va e ciò nonostante non bisogna mai perdere di vista il benessere degli animali e tutti quanti veniamo sempre e solo dopo le loro esigenze.
Quattordici ore sono poche per farvi immergere completamente nei nostri stessi pensieri ma ci auguriamo che qualcosa vi sia rimasto dentro il cuore e che magari più avanti vi venga la voglia di proseguire il nostro scambio interrotto.
Grazie per il disegno e soprattutto grazie per le vostre foto, che per privacy non pubblichiamo ma sono già appese in bella mostra nel nostro ufficio, non ce l'aspettavamo e ci avete commosso.
In bocca al lupo ragazzi per qualunque strada deciderete di prendere nella vita!


Oliviero se n’è andato...lui, il gatto più dolce del canile, il tipico “gatto invisibile”: anziano, fiv positivo, con una brutta stomatite...l’ultimo gatto che i visitatori adotterebbero per paura di soffrire, di sbagliare cure o di spendere soldi in più...ma cosa ne sapevano loro che a Oliviero bastava solo una casa calda per passare questi ultimi mesi?!
È vero non è morto da solo, è morto tra le braccia di una volontaria mentre gli faceva le coccole, baciato dai raggi del sole ma è pur sempre morto in canile.
Ora, piccola anima, non soffrirai più! Buon ponte dolce Oliviero.

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

«Per quanto tempo è per sempre?». «A volte solo per un secondo». Ed il tempo di Oliviero si è fermato in canile. Non è stato come nella favola di Lewis Carroll, “Alice nel paese delle meraviglie”. Oliviero non era un coniglio bianco e non correva. Era un gatto. Un gatto stropicciato da una lunga faticosa vita di strada. Un gatto che qualcuno ha voluto raccogliere e consegnare ai volontari, perché gli dessero quelle attenzioni che non aveva mai avuto.
Così è stato, perché il canile del Comune della Spezia è un rifugio simile ad un porto di mare, in cui si incrociano creature abbandonate, gettate via, dimenticate o “rinunciate”, come si scrive quando a consegnarle sono gli “umani” che non le vogliono più. A San Venerio sono entrati quest’anno 127 fra cani e gatti. Ne sono usciti 137. In tutto, considerando tutti gli altri ospiti già in gabbia, le adozioni sono state 43. Ci sono state 91 riconsegne ai proprietari, causa smarrimento. E in tre sono mancati. Perché troppo vecchi o perché colpiti da una qualche malattia. Oliviero è stato il primo gatto a chiudere gli occhi, quest’anno, senza trovare una casa. Dispiace sempre, tanto. Era stortarello ed era “consumato” dall’età. Aveva accumulato acciacchi, doveva prendere le sue dosi di medicina. Non è piaciuto. Non era un tipo facile. Se ne sono presi cura i volontari. Lo hanno coccolato fino alla fine. E quando il suo tempo, il suo “per sempre”, è diventato un secondo, Oliviero è salito “sul ponte dell’arcobaleno”, l’aldilà che si spera accolga tutti gli animali.
Nemmeno il tempo di asciugare le lacrime, ed è arrivata lei. Misteriosa. La gattina ben tenuta e affettuosa, trovata in stato di incoscienza a Sarzana. Nessuno, per ora, s’è fatto avanti a cercarla. Pare stia bene. È affettuosa. Ama le carezze. Si sta cercando chi l’ha persa. Oppure, se nessuno la reclamerà, un’adozione. E sono tanti altri, in tutto 101, cani e gatti da adottare, al rifugio del Comune. L’unico pubblico, in tutta la provincia. I ragazzi dell’Impronta ci sono tutti i giorni dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Meglio salire il pomeriggio, quando le grandi pulizie quotidiane sono a buon punto, e c’è più tempo per una visita approfondita. Per informazioni sulle adozioni contattare Losa al 3201458159 o Elisabetta al 338 2635117.

Saremo presenti anche noi alla bella iniziativa dell'Asl 5 spezzino "4 zampe in musica - Ospedale Sant'Andrea aperto".
Presso il nostro centralissimo e bellissimo Ospedale Sant'Andrea di La Spezia (un sogno sarebbe vederlo presto ristrutturato e reso più funzionale alle esigenze operative) nella mattinata si terrà il concerto ad opera del Conservatorio Giacomo Puccini e nel pomeriggio le porte saranno aperte agli amici a quattro zampe dei degenti.
Un importante passo che si allinea alla strada intrapresa già da altre strutture italiane. Naturalmente, per non urtare alcune sensibilità o creare disagio ad alcune categorie, i cani dovranno essere in regola con tutte le profilassi vaccinali, essere coperti da polizza assicurativa (ormai quasi tutte le principali compagnie offrono pacchetti ad hoc) ed essere condotti con gli strumenti come già a regolamento municipale (guinzaglio di massimo 1,5 m, museruola a disposizione, sacchetti per la raccolta degli escrementi e nel dubbio, acqua per mondare le deiezioni).
Consigliamo in ogni caso, soprattutto finché non saranno consolidate le modalità, di informarvi espressamente presso il reparto in cui intendete condurre in visita ai degenti il loro amico, dei luoghi consentiti e le modalità di accesso.
La nostra Associazione e gli Amici del rifugio del Pezzino, invitate come esponenti delle strutture di ricovero animale di zona, hanno offerto le ciotole che verranno posizionate nell'area per l'abbeveraggio dei cani.
Assieme a noi, che arriveremo intorno alle 14 30 ,ci saranno i buonissimi ed inseparabili Aldo e Rocky e chi sa che in un contesto dove le emozioni vengono a nudo come ferite aperte qualcuno non decida di dare loro finalmente una casa.

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

I cani possono finalmente andare a fare visita agli spezzini ricoverati al Sant’Andrea. La Regione ha re¬golamentato l’accesso in alcune aree della zona ospedaliera, in cui gli “umani” in cura possano riabbracciare il proprio amico. Chi entra con il cane deve tenerlo al guinzaglio e tenere la museruola a disposizione. Il cane deve essere in regola con la profilassi vaccinale e coperto da polizza assicurativa. Naturalmente il proprietario deve intervenire a pulire, raccogliendo le deiezioni e spruzzando acqua se serve. Per il gatto è richiesto il classico trasportino.
I cani sono ben accetti nelle aree esterne e nelle aree interne comuni, come le salette d’attesa ed i corridoi. Restano esclusi gli accessi alle aree del Pronto Soccorso e della terapia intensiva ed i reparti in cui si praticano dialisi, oltre alle zone di ostetricia e di nursery. La cosa ideale, prima di andare in visita, è informarsi bene sui dettagli. Nei giardini è stata individuata un’area con le ciotole per abbeverare i cani in visita, messe a disposizione dai canili spezzini. La prima giornata di apertura dell’area ospedaliera ai cani ha suscitato ampi consensi. Moltissime persone hanno un cane o un gatto. Nei periodi di ricovero, la lontananza pesa, sia agli “umani” che ai propri amici a quattro zampe. L’idea di potersi rivedere, nell’orario di visita, ha destato commozione.

Una giornata a suo modo storica quella di ieri, dove per la prima volta viene consentito agli animali d'affezione di poter entrare in determinate aree dell'ospedale di La Spezia, il Sant'Andrea, per incontrare i loro proprietari ricoverati. Un importante passo avanti già intrapreso da numerose altre strutture italiane. Il tutto naturalmente normato da linee guida e speriamo, dal buon senso del proprietario o conduttore del cane. Noi siamo entusiasti di essere stati invitati a partecipare a questo evento dall' ASL 5. A farci compagnia in questa bellissima domenica sono stati Rocky e Aldo due ospiti del canile municipale che hanno fatto strage di cuori e sono stati riempiti di coccole e complimenti dalle persone presenti. Una giornata diversa dalla solita routine del canile e molto intensa. Chissà che questa domenica non porti loro fortuna, se qualcuno decidesse finalmente di donargli una casa,loro sarebbero pronti a riempirla di gioia ed amore.

Di seguito riportiamo le linee guida per l'ingresso degli animali domestici in ospedale:

L’accesso degli animali è consentito nei seguenti ambiti:
Aree esterne agli edifici di ricovero e cura di pertinenza delle strutture ospedaliere;
Aree interne comuni : sala d’attesa, corridoi esterni ai reparti, terrazzi, ecc…;
Reparti di degenza ad esclusione delle strutture individuate sulla base di un’analisi rischio/beneficio e di seguito elencate:
a) Pronto Soccorso
b) Terapia intensiva e UTIC
c) Reparti di degenza per acuti
d) Centri dialisi
e) Ostetricia e nursery

Modalità operative:
E’ ammesso all’interno delle strutture aziendali l’accesso di cani e gatti.
Il proprietario e/o il detentore a qualsiasi titolo anche temporaneamente degli animali d’affezione condotti in visita sono responsabili civilmente e penalmente dei danni o lesioni a persone, animali e cose provocate dai propri animali.
Gli animali d’affezione condotti in visita devono essere coperti da polizza assicurativa per danni contro terzi la cui copertura deve essere estesa anche ai detentori se il conduttore non è direttamente l’assicurato.
I cani devono essere condotti con guinzaglio non più lungo di 1,5 metri e museruola da persone in grado di gestirli.
I gatti devono essere trasportati nell’apposito trasportino.
E’ fatto obbligo a chiunque conduca gli animali, di raccogliere eventuali deiezioni e avere con sé strumenti idonei alla raccolta delle stesse.


Articolo uscito sul quotidiano La Nazione dove si racconta che  per la prima volta viene consentito agli animali d'affezione di poter entrare in determinate aree dell'ospedale di La Spezia, il Sant'Andrea, per incontrare i loro proprietari ricoverati.

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

Donne, dimenticatevi dei soffitti cadenti e degli arredi fatiscenti. La riscossa dell’ostetricia del Sant’Andrea parte da un reparto nuovo di zecca. Quindici posti letto (a uno, a due o tre posti), con bagno -doccia in camera e fasciatoio.
Una sala parto dotata di attrezzature all’avanguardia che si trova a un passo dalla sala operatoria, per ogni evenienza.
E un pronto soccorso ostetrico su cui le future mamme possono fare affidamento in qualunque momento.
Sono soltanto alcune delle novità che sono state illustrate ieri pomeriggio all’assessore della sanità regionale Sonia Viale dal primario Nucera.
A sottolineare la svolta è la stessa Viale, “Le strutture ci sono. Adesso è importante dare alle donne un’adeguata accoglienza che unita alla capacità del personale – spiega l’assessore – è in grado di fare la differenza”.
E della necessità che professionalità e accoglienza debbano andare di pari passo ne è ben consapevole il personale ostetrico e infermieristico del reparto che ha elaborato una strategia per invertire la tendenza dei parti fuori provincia.
E l’iniziativa “Nascere nel golfo dei poeti” è il primo passo.
Una serie di incontri rivolti alle future mamme dove presentare le opportunità offerte dalla nuova struttura, tra queste anche il parto indolore, gratuito.
Un incontro al mese per illustrare le novità del reparto.
Il prossimo passo sarà mandare online l’iniziativa per raggiungere il maggior numero di future mamme.
Ma se in ostetricia ci sono tutti i presupposti di un miglioramento i tempi di attesa dell’Asl 5 lasciano a desiderare.
Su questo punto l’assessore Viale ha parlato di un progetto che sta prendendo piede in Regione. “Su direttive del Ministero della sanità – ha aggiunto Viale – stiamo allestendo un numero unico di prenotazione. Questo ci permetterà una verifica immediata dei singoli reparti e un monitoraggio costante della situazione. In questo modo sarà possibile richiamare i pazienti in attesa di prenotare ma nello stesso tempo i cittadini dovranno essere solerti a disdire un esame se per qualche motivo non possono sottoporvisi.
Un numero unico e una unica piattaforma informatica per raggiungere tutte le Asl.
Tra quindici giorni dovrebbe partire la campagna informativa.
 
Al Sant’Andrea si cambia… musica
Arrivano concerti e amici a quattro zampe
Quattro zampe in musica è il tema della giornata che si è svolta ieri all’ospedale Sant’Andrea e che fa da apripista per un contatto più ravvicinato col proprio animale anche durante un ricovero.
Nei giardini antistanti il padiglione da Pozzo alcuni giovani del Conservatorio Puccini hanno tenuto un concerto a cui hanno assistito personale e pazienti.
Nel pomeriggio è stata la volta degli animali in corsia.
Un altro piacevole appuntamento per i pazienti che hanno potuto ricevere i loro animali che fanno parte, ormai di diritto della loro vita.

Si parla della scomparsa di Penny e Nero in questo articolo uscito su Il Secolo XIX dalla giornalista Sondra Coggio.

 

Per agevolarne la lettura lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:

 

Se ne sono andati a 48 ore di distanza l’uno dall’altro. Lei per prima. Poi lui. Tutti e due neri. Tutti e due soli. Tutti e due cani di canile, quelli di lungo corso, che vedono il cancello spalancarsi e poi rinchiudersi per sempre. Perché non arriva mai un "umano” che voglia proprio loro. C’è un filo sottile che unisce le esistenze che si affacciano su questa terra. Il filo di Penny era legato a quello di Nero. E i volontari del canile comunale non hanno potuto fare altro se non stare loro accanto, fino alla fine, senza far venire mai meno il senso di affetto e di calore di un essere umano, accanto a quelle piccole anime affettuose che sono i cani. Non erano due ragazzini, Penny e Nero. Avevano una certa età. Lei s’è ammalata gravemente. Un tumore, uno di quei mali incurabili, che ti porta via a poco a poco, finché prende possesso di ogni cosa. «Eh, Nero, hai visto? Mi è toccato anche questo...». L'hanno curata. Tanto. Solo che peggiorava. Non respirava più. Soffriva moltissimo, così tanto da rendere inevitabile, alla fine, un passaggio dal sonno – inquieto e doloroso – alla morte. Non sola, mai, ma coccolata e protetta, nel suo ultimo viaggio. Nero - pur non assistendo con i suoi occhi - le è stato accanto, di sicuro, con il cuore. E se n’è andato, subito dopo, in 48 ore. Come Penny, aveva aspettato un’adozione mai arrivata, per una intera vita. Due anime buone. Non è dato sapere come comunichino i cani. Sentono l’arrivo del padrone, prima ancora che si avvicini alla porta di casa. Un “umano” non ci riuscirebbe mai. Forse, chissà, comunicano con il cuore. Penny deve averlo salutato, Nero, in qualche modo. «Io vado, Nero, sono troppo stanca, il ponte dell’arcobaleno mi aspetta…». Nero deve averci pensato su. «Ormai sono anziano, adesso tocca a me…». I ragazzi dell’Impronta l’hanno trovato senza vita. Avevano da poco portato via la dolce Penny. Un dolore nel dolore, confortato dalla certezza che stiano insieme, adesso, e che ricordino con infinito amore tutti i volti dei volontari che li hanno colmati di carezze, uno ad uno. Ci sono poco meno di cento cani, che sperano in una adozione, al canile del Comune. Le referenti dell’associazione di volontariato L'Impronta, per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Si può telefonare prima, e mettersi d'accordo sulla visita.


La storia di mamma Arwen e dei suoi sei cuccioli raccontata in questo articolo uscito su Il Secolo XIX dalla giornalista Sondra Coggio.

 

Per agevolarne la lettura lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:



Una mamma, sciupata e triste, ma pronta a qualsiasi sacrificio, pur di stare con la sua cucciolata. I suoi sei cuccioli, minuscoli, chiusi in una scatola di cartone, lì accanto. Spuntati, tutti e sette, dal nulla. Si pensa che possa accadere solo in altre realtà, lontane. È successo invece ai giardini pubblici della Spezia. Sono stati tutti raccolti dal personale della Maris, che opera per conto della Asl 5. Sono stati consegnati al canile del Comune. I volontari li hanno aiutati nella fase dello svezzamento e della crescita. Si sono salvati tutti. E ora che sono diventati abbastanza grandi da poter essere adottati, sono iniziati gli affidi. Se ne sono andati già quattro. Ne restano ancora due e la loro mamma Arwen. Incroci pitbull. Avrebbero potuto e dovuto sterilizzarla, la cagnolina di casa. Non l’hanno fatto, chiunque l’avesse prima. E quando si sono accorti della cucciolata, hanno lasciato anche lei. Una mammina molto giovane, dal carattere socievole. Al canile comunale della Spezia, raccontano di quanto fosse magra e spaventata, quando è arrivata, e di come sia stata «premurosa e affettuosa» con la cucciolata. La mamma era stata lasciata accanto a quel cartone, che conteneva i suoi piccoli. Era l'unica in grado di poter scappare. Non l'ha fatto. Non li ha mai lasciati soli. E li ha guardati crescere e andare via, una volta al sicuro, in canile, con la consapevolezza che fosse il loro bene. Restano da sistemare due maschietti. Uno è più robusto, l’altro è il più fragile di tutti, un esserino dolce che ama moltissimo le coccole. Sono incroci pittbull, ed il pittbull è una razza impegnativa. Va gestita, per la forza muscolare che ha. Tuttavia i piccoli di mamma Arwen si stanno comportando bene. Dormono con i bambini, nelle case in cui ora vivono, e tollerano tranquillamente i gatti. Moltissimo dipende da come si gestisce il rapporto, fin da subito, con i consigli di un educatore. Ed il canile pubblico offre un servizio di affiancamento, nei primi incontri, quando si deve capire se l’adozione sia quella giusta. «Speriamo di trovare casa ai due piccoli rimasti, perché non crescano in canile – auspicano i volontari – e anche a mamma Arwen, che pur così giovane ha già avuto una vita in salita». Al rifugio di via del Monte ci sono moltissimi altri cani da adottare e anche qualche bel gatto. Per visitarlo ed avere informazioni basta contattare Elisabetta 338 2635117 o Losa 320 1458159.

 


Lunedì notte, nel canile municipale della Spezia, è stato compiuto un atto vergognoso, vile, di cui vogliamo mettervi a conoscenza tramite l'articolo uscito  sul Secolo XIX, scritto da Sondra Coggio. Noi siamo ancora molto scossi e sconcertati, chi l'ha fatto non ha esitato a mettere in pericolo la vita dei cani che, ancora una volta, si sono dimostrati mille volte meglio dell'uomo.


Per agevolare la lettura dell'articolo lo riportiamo in maniera integrale qui di seguito:



L'INCURSIONE VOLEVA SCREDITARE LE PERSONE CHE LAVORANO NELLA STRUTTURA: PER FORTUNA I CANI NON HANNO COMBATTUTO E NON SI SONO FATTI MALE. SUL FATTO INDAGA LA PROCURA.

Sono stati aperti i ganci divisori fra le gabbie. Sui social era stata anticipata l'incursione.

Volevano che i due cani si azzannassero. Forse speravano di presentare come un'arena da combattimento l'unico canile pubblico spezzino, quello di San Venerio, e far trovare ai volontari, all'alba di ieri, uno spettacolo atroce, gettando discredito sull'operato loro e del Comune. L'unica certezza è che qualcuno ha pianificato un'intrusione in piena notte, all'interno della struttura della Spezia.
Nessun furto. Nessun vandalismo. E' accaduto qualcosa di molto più grave. Qualcuno ha spostato un cane aggressivo nella gabbia di un altro maschio di grossa taglia, mordace. Chi ha agito sapeva benissimo come fare. Per favorire il passaggio, sono stati aperti uno dopo l'altro i ganci interni che garantiscono i divisori fra uno spazio e l'altro. Il cane esca è stato fatto arrivare per gradi. Dopo di che sono stati chiusi tutti i ganci, e gli ignoti emissari sono scappati, in attesa dell'alba. Sarebbero riusciti nell'intento, se i cani non si fossero rivelati migliori di loro. Pur entrando a contatto, non hanno fatto quello che l'uomo aveva sperato. Si sono rispettati. E i volontari che gestiscono il rifugio ieri, hanno trovato con sconcerto quei due cani nella stessa gabbia, spostati nella notte, ma entrambi vivi.
Qualcuno ha messo nel mirino il canile comunale. Il sospetto è che volesse far succedere qualcosa di bruttissimo, di talmente grave da "screditare" l'operato del Comune e dei ragazzi della onlus che gestisce il rifugio. Non era mai accaduto niente di simile. S'è generata inquietudine, all'idea che qualcuno si sia spinto a tanto. Qualcuno che ben conosce la struttura, che sa benissimo come funzionano le gabbie e che ha operato perchè quei cani si sbranassero. Il caso è all'attenzione dell'autorità giudiziaria.
La Procura si occupa del canile spezzino da tre anni, da quando Legambiente denunciò la presenza di cani del Sud, non dichiarati e non registrati. Erano in carico a sindaci del ragusano, ma misteriosamente erano alla Spezia. A quell'inchiesta s'è sovrapposta la denuncia di chi gestiva all'epoca il canile spezzino, ed è subentrato in un rifugio privato in Emilia, denunciato a dicembre come presunto lager da una onlus del posto. L'ex gestore ha denunciato il Comune per presunte inefficienze strutturali. In questo contesto delicatissimo, l'altra notte qualcuno ha cercato di innescare una ulteriore miccia.
Dal fronte animalista spezzino, qualcuno aveva anticipato via social che ieri sarebbe avvenuto qualcosa di eclatante. Era stato pubblicato anche un conto alla rovescia, con un successivo link riferito proprio ad una intrusione notturna avvenuta di recente in un altro canile ligure. Nessuno, in quelle ore, aveva ancora resa pubblica la notizia della violazione notturna della struttura pubblica. Le coincidenze sono ora all'attenzione degli inquirenti. In quanto alla zona di San Venerio, il clima è di fortissima apprensione. Fa paura che ci sia chi gira indisturbato la notte, mettendo a rischio l'incolumità dei cani del canile."


L'adozione del nostro Lillo da parte della nostra volontaria Grazia in questo articolo uscito si Il Secolo XIX.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

Certe storie non puoi non farle finire bene...
Nei primissimi giorni di Novembre era stato recuperato vagante questo vecchietto senza microchip, pensavamo avremmo subito ritrovato i padroni ed invece... aspetta... aspetta... muovi la macchina delle conoscenze... solitamente si interpellano conoscenti nella zona del ritrovamento (ahhhh...l'importanza della veridicità dei luoghi di ritrovamento!)... aspetta, riaspetta e aspetta ancora... i primissimi giorni sembrava fossimo vicini alla soluzione ed invece niente, tutte le piste si sono rivelate non pertinenti.
Povero nano matusalemme, il canile non era proprio luogo adatto a lui anche perché ha presto mostrato qualche problemino di salute. Nell'attesa di una soluzione e dei tempi tecnici di Legge dovevamo trovare una soluzione temporanea.
Teniamo molto a specificare che per "soluzione temporanea" intendiamo proprio soluzione temporanea per poter meglio salvaguardare la sua salute e nulla ha a che vedere con i principi e i metodi, gli usi ed i costumi, del ben più famoso rupestre sinonimo "stallo".
La soluzione arriva dal  Cuore di Volontario che ben sa capire quando il suo aiuto è indispensabile. In accordo con l'Asl il cane viene affidato al confort casalingo di una nostra volontaria.
Ora Lillo non deve più preoccuparsi di nulla perché è diventato a tutti gli effetti un membro della famiglia della nostra Grazia. Noi non possiamo che ringraziarla e con lei ringraziamo tutti i Volontari che si fanno carico sempre e solo degli ultimi.
Insomma, per farla breve, Lillo adottato!!!


Grazie all'organizzazione dell'assessore Giulia Giorgi e alla Curia Vescovile della Spezia, si è svolta in Piazza Europa la benedizione degli animali.
Già l'anno scorso l'evento aveva riscosso un grande successo di pubblico e l'atmosfera creatasi ha fatto si che quest'anno l'organizzazione si arricchisse, riscuotendo un successo oltre ogni aspettativa.
Tantissime le persone intervenute con i propri cani, presenti alcune Associazioni del territorio e l'unità cinofila dei cani da soccorso, un'occasione di gioia e spensieratezza per tutti i presenti.
Inutile dire che i nostri Legolas, Lulù, Yago e Aldo si sono comportati benissimo, quanto se non di più dei cani già accasati, e hanno ricevuto carezze da tante persone presenti.
Tanti anche i cani già felicemente adottati negli anni che ci sono venuti a portare un saluto.
Questo evento sta diventando sempre più un momento di aggregazione amorevole, un'occasione di festa e socializzazione per tutti.
Noi impazienti aspettiamo l'anno prossimo e nel frattempo vi aspettiamo tutti in canile per venire a conoscere di persona i cani in cerca di casa.

 

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Cavalli ed asinelli in Val di Vara e in Lunigiana, cani e gatti in città. Da Pignone a Pian di Follo, da Mulazzo a piazza Europa. Contesti diversi, stesso affetto.
Nel giorno di Sant’Antonio Abate, sono state numerose le benedizioni degli animali. E se in campagna sono sfilati i cavalieri, in piazza Europa sono stati soprattutto i piccoli amici domestici, a conquistare l’attenzione. L’eremita penitente, che strappava le anime all’inferno, viene ricordato in molte città con i falò. Venne associato poi all’immagine dei maialini, perché in suo nome era stato creato un ordine ospedaliero, che curava con il grasso i malati di bruciore, detto poi fuoco di Sant’Antonio.
Chi uccideva i maiali destinati all’uso, rischiava la scomunica. E così, pian pianino, si parlò del religioso come protettore dei macellai e dei salumai, e delle stalle. E – per estensione - degli animali. Il sentire di chi ama gli animali, è probabilmente oggi più vicino all’amore che incarnava San Francesco, ma la tradizione della benedizione è rimasta legata alla figura del monaco egiziano, morto anziano, ultracentenario, nel 356, in odore di santità. E nella ricorrenza del 17 gennaio la leggenda vuole addirittura che di notte gli animali possano parlare.
Per comodità, le benedizioni si sono fatte ieri, domenica, un po’ dovunque. In piazza Europa don Luca Palei e salito sul palco, con il suo sorriso, nell’ambito della festa promossa dal Comune. C’erano davvero tantissime persone.
La vice sindaco Genziana Giacomelli e l’assessore Giulia Giorgi hanno premiato i volontari ed i cani soccorritori del gruppo cinofilo Argo, in prima fila nelle ricerche di dispersi, e nelle calamità. In piazza, c’erano più stand delle associazioni che operano nella tutela degli animali, come Arkus, Lipu e L’impronta. I ragazzi del canile comunale della Spezia hanno portato anche alcuni dei cani in cerca di adozione.
«Si sono fermati in tantissimi - sottolinea Pierandrea Fosella - a chiedere informazioni, a proporsi di dare un aiuto. Grazie al Comune, per l’iniziativa. Siamo grati a tutti, chissà non sia scattato qualche colpo di fulmine per i nostri randagi». Recenti dati nazionali stimano in sessanta milioni i «pet», gli animali da compagnia. In Italia ci sono trenta milioni di pesciolini, tredici milioni i piccoli volatili, sette milioni di cani e altrettanti di gatti, più un paio di milioni fra conigli, criceti, cavie, furetti, e un altro milione di tartarughe, serpenti e iguane. Pare che ormai ci sia un animale da compagnia in quattro case su dieci, con dati in crescita anche fra le persone che vivono da sole.

l bellissimo gesto d'amore dei ragazzi della prima B della scuola elementare di Pian di Follo che hanno venduto parte dei loro giocattoli per donare giochi e biscotti agli animali ospiti del canile comunale è finito anche tra le pagine de Il Secolo XIX grazie a questo bell' articolo della giornalista Sondra Coggio.



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I ragazzi della I classe di Pian di Follo, accompagnati dalle mamme, hanno portato giochi,biscotti e snack per cani e gatti del canile di San Venerio. I volontari dell’Impronta sono rimasti colpiti dalla dolcezza dei piccoli , che hanno organizzato una raccolta, vendendo parte dei propri giocattoli, per aiutare i randagi della struttura comunale della Spezia. I ragazzi del canile ringraziano la scuola, le famiglie ed i bambini per la sensibilità. C’è stato evidentemente un progetto importante, di sensibilizzazione, dietro questo grande risultato. Grazie a Giuliana, Samuele, Agnese, Cristian, Gabriele, Edoardo, Samuel, Emma, Giada, Christian, Iacopo, Pietro, Alice, Elena, Ginevra, Eleonora, Gabriel, Ilaria, Andrea, Hiba, Caterina, e Giulia. I bambini hanno portato i loro disegni e hanno scelto delle citazioni importanti, per arricchire i messaggi.
Come “un cane può trovare perfino nel più inutile di noi qualcosa in cui credere “ del saggista inglese Edward Verral Lucas, vissuto tra la fine dell’ottocento e la prima metà del novecento. E poi, parole di affetto per i cani, e ritratti deliziosi degli animali domestici di casa, fatti con tutta la spontaneità dell’infanzia. I volontari si sono commossi “ continuate così’ a coltivare il vostro cuore, e renderete il mondo un posto migliore.


Articolo uscito su Il Secolo XIX sulla scomparsa e successivo ritrovamento in canile del cane Astro.

 

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Sempre insieme, Kimbi e Astro. Legatissimi, anche nelle piccole fughe,finite sempre bene. Solo che l'altra notte, quando Kimbi è tornato solo, per il fratello si è temuto il peggio. Ed è iniziata una mobilitazione, che si è conclusa - per fortuna - nel modo migliore. Sono più che fratelli, i due setter bianchi e neri. E sono due miracolati, adottati anni fa in canile. "Erano piccoli - racconta la proprietaria - ed erano stati abbandonati. Sono arrivati in famiglia, e sono rimasti sempre con noi. E l'altra sera, quando uno solo è rientrato, ho davvero temuto che l'altro fosse stato catturato da un laccio. Viviamo in un a zona vicino al bosco, ci sono bracconieri che mettono trappole". Conoscono la caccia, Kimbi e Astro. "Forse l'altro giorno hanno fiutato una preda, forse sono saltati fuori dal giardino, e si sono messi ad inseguirla". Una tentazione pericolosa. Ed il rientro di uno solo dei due fratelli ha fatto spaventare tutti. "Non si sarebbero mai separati,senza un valido motivo": La ricerca di Astro è cominciata subito. A voce, nei boschi. Solo che il setter non c'era. Allora è iniziato il passa parola. "Speravo solo che nessuno lo trovasse senza vita, o gravemente ferito. Sono state ore di angoscia". Il cane, per fortuna, era vivo. Lo aveva incrociato una famigliola di stranieri, che ha pensato bene di consegnarlo alla stazione dei carabinieri. Astro è un cane dolce, affettuoso. "Pare che se lo siano portato dietro, per un pò, nel timore si facesse male". Chissà se Kimbi li ha visti andare via. Chissà se ha pensato di dover correre a casa e dare l'allarme. Certo è che il fratello è stato consegnato dai carabinieri alla Maris, che gestisce per la Asl 5 il servizio di recupero, e trasferito al canile della Spezia, che cura il primo soccorso per i cani rinvenuti fra Sarzana, Castelnuovo e d Ortonovo. I ragazzi dell'Impronta, che gestiscono il rifugio, si sono occupati del setter, che la famiglia ha correttamente dotato di microchip. Prima ancora della ricerca anagrafica, ha funzionato ancora una volta la rete del volontariato. Le fotografie del setter erano del tutto identiche al cane ricoverato a San Venerio. E così, ieri, la famiglia è salita al canile spezzino, a riabbracciare Astro. "E' impazzito di gioia, nel vederci- confida la sua proprietaria - davvero non ci sarebbe stato bisogno dei documenti, che naturalmente ho, per dimostrare che è il nostro cane". Chissà che paura deve aver provato il setter, che l'aria del canile la conosceva già, dopo il primo abbandono. Una gran fatica, ma ha potuto riconquistare il posto sul divano di casa, accanto a Kimbi, che non si dava pace per la sua assenza.


Sul tetto del caseggiato del canile sono stati installati dei pannelli fotovoltaici della potenza di 6 kw grazie ai quali riusciamo a soddisfare il fabbisogno energetico della struttura in maniera più economica e soprattutto più rispettosa verso l'ambiente.

Ne parla questo articolo uscito su Il Secolo XIX.

 

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Sarà realizzato un impianto fotovoltaico al canile comunale della Spezia.
La decisione è maturata in questi giorni, nell’ambito dei lavori di riordino straordinario della parte impiantistica, che mostrava segni di vetustà ormai non più superabili. Nell'ambito della collaborazione fra il Comune e la onlus che gestisce il rifugio, la struttura di San Venerio è stata messa a norma, sotto il profilo degli impianti elettrici.
I volontari dell’Impronta hanno acquistato nuove lampade per il riscaldamento delle gabbie dei cani, e per il potenziamento dell’illuminazione esterna. Le bollette sono a carico della gestione. I ragazzi hanno provato ad azionare le nuove lampade, che fanno caldo, e si sono accorti che la rete non reggeva il consumo.
L’amministrazione civica ha verificato la situazione, con l'ausilio dei funzionari e dei tecnici, ed ha disposto un intervento urgente, che ha consentito di partire immediatamente con l’utilizzo delle lampade riscaldanti, amatissime dai cani e dai gatti del rifugio.
Il Comune però ha fatto un passo oltre, ha colto l'occasione per non limitarsi a far mettere a punto un nuovo impianto elettrico, in grado di supportare la richiesta di energia, ma gettare le basi per una produzione di energia interna, che garantisca di non ritrovarsi più senza corrente. Nella zona collinare, infatti, si verificano spesso disservizi, dovuti ad interruzioni dell’erogazione.
Il disagio c'è. AI fine di garantire continuità, e anche di dare un segnale importante nel campo delle energie rinnovabili, si è pensato ad un salto di qualità: dotare l’area di un impianto fotovoltaico, da installare direttamente sul tetto delle gabbie.
La Sel spezzina, che ha curato la prima parte dei lavori, si è resa disponibile al nuovo intervento, essendo già sul posto e a conoscenza delle problematiche specifiche della zona.
L'operazione sta andando avanti. Le cellule cattureranno i raggi del sole, e consentiranno di mettere da parte energia utile. Si risparmierà sui consumi, e si potrà avere sempre una riserva, in caso di interruzioni della linea di erogazione. —

Il ritrovamento della gattina Annette nel canale Lagora in questo articolo su il Secolo XIX.

 

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Annette è tornata a casa. Aveva dei padroni, la gatta precipitata nel Lagora, salvata da Maura Silvestri. E anche l'articolo del Secolo XIX è stato d'aiuto per ritrovare i suoi "umani", che l'avevano perduta da un mese, e che non speravano più nel miracolo. Una bellissima storia di Capodanno. Maura adora fotografare la natura. Il Lagora è fitto di creature alate. Stava dedicandosi a riprendere aironi e anatroccoli, quando - dietro una foglia - ha scorto qualcosa. Erano due occhi verdissimi e spaventati. Era Annette. La gatta era caduta di sotto, chissà da quanti giorni. I suoi proprietari avevano tappezzato di volantini la zona di via Nino Bixio, invano. La micia - che ha nove anni - sembrava svanita nel nulla. Se Maura non l'avesse vista sarebbe stata la fine. Quando i vigili del fuoco si sono calati di sotto, era spaventatissima, e ormai instabile sulle zampe. Stremata dalla fatica e dalla fame. I vigili del fuoco sono stati bravissimi. L'hanno recuperata. Maura, con l'aiuto di Anna Sala e del marito Maurizio, l'ha portata a un primo consulto veterinario. Intanto si è attivata la Maris, che affianca il servizio dell' Asl 5. Il medico Briganti della clinica veterinaria Lunense l'ha trovata estremamente debilitata, fragile. E ha disposto una terapia antibiotica. Annette è stata accolta al canile del Comune. "Era veramente distrutta - testimonia la volontaria Anna Losa - stanca e disperata". Il passa parola e l'articolo sul ritrovamento, hanno aiutato a mettere insieme i pezzi del puzzle. Qualcuno ha ricordato il volantino di via Bixio, è così è stata informata la famiglia. E in poche ore i padroni di Annette hanno suonato al cancello, a San Venerio. "Hanno riconosciuto la gatta - conferma Pierandrea Fosella - e l'hanno portata a casa". Maura è scoppiata in un pianto a dirotto, alla bella notizia: "Si è sciolta tutta la tensione, non avrei potuto passare un Capodanno più felice". Annette è al caldo, è di nuovo con chi le vuole tanto bene, e tutti si augurano che riesca a riprendersi, grazie alle cure ed al calore della sua casa.

 


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