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Cento cani ed una quindicina di gatti, tutti randagi, in affido al sindaco Pierluigi Peracchini hanno rischiato per l’ennesima volta di restare senza una goccia d’acqua. La ragione: morosità. A “salvarli” è stata soltanto la particolare difficoltà del distacco della struttura canile di San Venerio, dalla rete idrica comunale. A causa di una valvola trovata guasta, il personale di Acam, che era salito a staccare l’utenza ha dovuto rinunciare, perché-per procedere- sarebbe stato necessario sospendere l’erogazione del servizio a tutte le abitazioni di via del Monte, a San Venerio. E Acam non aveva avvisato i cittadini. Non si sa come mai la valvola fosse rotta. Capita. Certo è che ha sollevato curiosità, il fatto che il canile comunale della Spezia sia moroso. Tanto più che non è la prima volta, quest’anno, che l’ azienda di distribuzione dell’acqua manda i solleciti, e dispone la cessazione del servizio. Il Comune è un socio azionario di Acam, ma- in questo caso- è un cliente. E deve pagare. Risulta invece che siano state saldate, a ieri, poche bollette: gennaio, poi marzo, poi il vuoto, per quanto riguarda il periodo estivo. E- a meno che non sia stato chiesto in extremis un rateo del pregresso- il buco non risulta appianato. L’imbarazzo è notevole, perché i cani hanno necessità di bere e di essere lavati. Se dovessero restare senz’acqua, sarebbe un bel guaio. D’altro canto, per legge, non può essere accettata la morosità, protratta nel tempo. C’è un regolamento. E poiché il credito di Acam si aggira su qualche migliaio di euro, Acam è tenuta a intervenire. Deve farlo. Già era successo, mesi fa, che l’azienda mandasse i tecnici al canile, a staccare tutto. Se non che, anche quella volta, era risultata guasta la valvola, e non se n’era fatto niente. Se dovesse perdurare la situazione di irregolarità nei pagamenti, Acam procederà con l’avviso della temporanea sospensione del servizio a tutte le utenze di Via del Monte, e interverrà sulla valvola, e sull’allaccio. Il Comune ha fatto sapere che i costi delle bollette sono a carico della cooperativa che ha in appalto la struttura, ed ha avviato una verifica.


La storia di Kerry adottata da una nostra volontaria dal cuore grande sulle pagine de Il Secolo XIX.

 

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Aveva solo 8 mesi, quando è stata lasciata in canile. Per dodici anni, Kerry è rimasta lì. Chiusa, nella sua prigione. Una vita trascorsa senza una prospettiva. Finché la malattia l’ha quasi paralizzata. Non è ancora Natale, ma Kerry ha avuto il suo miracolo. Losa, una volontaria dell’associazione L’Impronta, l’ha voluta con sé. «Kerry, e le sue zampe deformate dall’artrosi – racconta – lei che si è sempre rialzata da sola, perché lei è un tipo tosto, una che ne ha vissute tante, in quel suo piccolo mondo di solitudine. La sua sopravvivenza». Pensavano, i volontari, che la sua vita fosse finita. Ogni volta. E ogni volta, Kerry cadeva, e si rialzava. «Quest’anno è tornato il freddo, l’ennesimo inverno, gelido, e tutti abbiamo pensato che no, che lei non ce l’avrebbe potuta fare – confessa Losa – perché l’inverno, in canile, porta via i più deboli, i più anziani, i cani ammalati. Ed è una tragica verità». Losa non ha voluto che accadesse a Kerry. Insieme a Pier, ha fatto la sua richiesta di adozione. E questa volta, Kerry, se l’è portata a casa. Non è la prima volta, che Losa e Pier salvano una vita. Non sarà per molto, e questo lo sanno. Perché il cammino di Kerry è alla fine. Però, per la prima volta, passerà un inverno al caldo, in una casa. E una casa è diversa, dal canile. «Riscattare un cane anziano, ammalato, è qualcosa che tutti dovrebbero provare – testimonia Losa – è un privilegio stare accanto a chi sta per andar via. E’ una grande emozione, vedere l’attaccamento alla vita, che riesce ad avere ancora il sopravvento. Kerry sta riuscendo di nuovo a camminare. Col muso, adesso, viene verso la mia mano, e cerca una carezza. Ci ha già restituito quello che abbiamo fatto per lei». Poi, una confidenza: «In un mondo in cui spesso gli invisibili non vengono nemmeno visti, i nostri occhi si sono incrociati, per tanti anni. Ero certa che questa fosse la cosa giusta da fare, adesso, per lei».


L'adozione del nostro White, detto Uite, da parte di Fabio e Anna raccontata dalla giornalista Sondra Coggio sul Il Secolo XIX!!!!!!
Adesso White è veramente bianco, vaporoso, morbidoso e finalmente.......LIBERO!!!!!!



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Non ha un carattere facile, un maremmano: non può averlo, se è stato abbandonato, e soprattutto se – da pastore che era, in libertà – viene rinchiuso in una gabbia, costretto a vivere in pochi spazi, a provare dentro tanta amarezza. E lui, White, si era chiuso in sé stesso. Non era facile, rapportarsi, perché lui non aveva più voglia di credere a nessun essere umano. Triste. Spaventato. Sempre in allerta, pronto a “difendersi”. Un muro, aveva eretto, attorno a sé. Un muro che Anna, una delle volontarie della struttura comunale di San Venerio, con pazienza, è riuscita a scalare. White l’ha capito, che gli voleva bene, quella volontaria gentile. S’è lasciato avvicinare. S’è lasciato fare il bagnetto. E ha perfino cominciato a giocare. E s’è talmente affezionato, che Anna una mattina ha deciso di portarselo via, di adottarlo. Un progetto importante, che ha richiesto tempo. E il giorno del compleanno di Anna, White ha varcato il cancello del canile. Non per la solita sgambatina, no. Per iniziare una nuova vita. Il maremmano è rinato. Bellissimo, candido, una nuvola. E ha fatto amicizia col gatto di casa. «Festeggeranno insieme il compleanno, da oggi in poi», commentano commossi i volontari. Ogni adozione è un traguardo, un momento di felicità. Specie se si tratta di un cane che non è un cucciolo, non è di piccola taglia, e ha sofferto tanto. In questa stagione di pioggia e di gelo, poi, le gabbie sono una costrizione infinita. Non si può nemmeno sgambare. Ecco perché si spera di aumentare le adozioni. Ci sono quasi cento cani, nella struttura: di tutti i tipi. I volontari dell’associazione L’Impronta sono presenti in canile il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18. Il sabato ci sono anche la mattina dalle 10 alle 12. Le referenti per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Le referenti per le adozioni dei gatti, sono Chiara 347 7172458 e Paola 338 3871826. 


Il riscatto del nostro Birillo raccontato dalla giornalista Sondra Coggio su Il Secolo XIX!!!!



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Una pettorina al collo, con su scritto “adottami”, ed un cuoricino rosso, a forma di zampa. L’avevano portato in giro così, i volontari dell’associazione “L’Impronta”, che opera al canile comunale della Spezia. Guinzaglio rosso, e un cartellino a forma di osso, con due parole: “Cerco casa”. Non è facile, trovare un’adozione per un gigante, per quanto buono. Eppure, questa volta, Birillo ce l’ha fatta. Ed è proprio vero che non c’è due senza tre: perché nella sua vita, per due volte era stato illuso. Una storia tutta in salita, la sua. La prima volta, era entrato in canile con il suo padrone. Aveva tre, quattro anni. Tutto contento, saltellava, senza capire che l'avrebbero lasciato lì. Gli avevano raccontato che doveva stare tranquillo. «Tu non preoccuparti, vedrai, andrà tutto bene: abbi fede». E Birillo aveva abbaiato, felice, perché i cani hanno fiducia, nell’uomo, sempre e comunque. Solo che non era mai tornato, il suo “umano”. Ed erano passati giorni, e settimane. Ed era stato molto difficile, convincersi di essere stato abbandonato. Un boccone troppo amaro, da buttare giù: tanto che non voleva crederci. I volontari lo consolavano, promettendogli che prima o poi sarebbe capitato anche a lui, di ritrovare una famiglia. Solo che anche la seconda volta, non gli era andata affatto bene. L’avevano scelto, preso, e riportato indietro. Non era “il cane giusto”. Birillo era rientrato col muso lungo, gli occhi bassi. Non aveva fatto niente di male, lui, no. E non capiva. E quando i volontari gli avevano detto che l'avrebbero portato a passeggio in città, per farlo vedere, e riprovare ancora a cercare un padrone, quasi non ci credeva più. «Non funzionerà nemmeno questa volta», pareva dirsi fra sé. Invece, no. Per lui, si sono fatte avanti due giovani donne. Gli hanno promesso di adottarlo, appena si fossero trasferite nella nuova casa, con il giardino. E per fargli capire che stavolta era per sempre, sono andate a trovarlo, ogni settimana, per due mesi. Birillo le aspettava, col cuore in gola. Saltava, scodinzolava, faceva di tutto, per far capire loro quanto era importante, quell’amicizia. Finché, l’altra mattina, è stato il gran giorno. Sono arrivate in macchina, hanno firmato le carte. E lui le ha seguite, senza voltarsi indietro. Sapeva che stavolta era tutto vero. Lo sentiva. E una volta a casa, ha fatto capire di essere già parte della famiglia. «Siamo follemente innamorate di lui – raccontano le adottanti – è un cane buonissimo, ed un guardiano perfetto». E Birillo, che si rotola sul tappeto rosso, e ruba i pupazzetti di casa, non vede l’ora di dimostrare la sua immensa gratitudine.


George, ora Gigetto, adottatooooo! 
Nei canili e nei gattili è inutile, ci si innamora!!
Così è stato anche per il nostro amico! Lara si è innamorata di lui appena l’ha visto!
Purtroppo si sa, i nostri amici a quattro zampe non vivono quanto vorremmo. Ma Lara e la sua famiglia che hanno perso da poco il loro amato gatto hanno deciso di colmare quel vuoto enorme adottando un altro micio, un micio sfortunato, un micio del gattile, un micio che avrebbe passato l’inverno senza poter assaporare il calore di una casa e un morbido divano.
Il dolore è grande quando un nostro amico ci lascia... ma dare la possibilità di una vita migliore ad un gatto abbandonato è un bellissimo gesto d’amore!!! Gigetto non sostituirá l’amore dell’altro micio, ma dará loro tanta gioia!!!
E poi Gigetto è veramente uno spettacolo di gatto, impossibile non amarlo! Buona vita tesoro! 

 

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Il suo regalo di Natale, è arrivato in anticipo. Un divano sul quale accoccolarsi, gli occhi grandi e le zampine affusolate, protese in avanti come a “difendere” il calduccio appena conquistato. Il piccolo George ha lasciato il rifugio comunale di via del Monte, a San Venerio. Il suo inverno, lo trascorrerà in famiglia, nella sua nuova casa. Niente più vento, e pioggia. Viveva nello spazio gattile, poco più di un riparo: cemento sotto le zampette, reti tutto attorno. Il suo sguardo, adesso, è cambiato: ora è pieno di luce, da quando è arrivato nel suo piccolo paradiso. L’ha adottato una famiglia che ama i gatti. Ne aveva uno, amatissimo. Il suo percorso terreno si è concluso, purtroppo, lasciando un grande vuoto, dopo una vita felice. Il dolore è tanto grande, quando si perde un piccolo compagno di viaggio. Si vorrebbe poterlo trattenere di più, ma non è possibile. Ed ecco che per George è arrivata l’occasione che aspettava da tanto: una casa, e tante coccole. Le immagini del gattino, prima e dopo, raccontano quanto possa dare, l’affetto di un’adozione. George stava bene, in canile, aveva la ciotola piena ed un tetto. Non poteva essere, però, la stessa cosa di una famiglia. Ora è un piccolo principe.


Biondo era un cane anziano che soffre di crisi epilettiche, chiuso in un box nel canile municipale di La Spezia.
Abbiamo detto era un cane anziano perchè adesso è rinato e per lui è iniziata una nuova vita!!!
Le parole toccanti di Davide, l'adottante di Biondo, ci hanno commosso e ci danno la forza per andare avanti in quello che sembra uno sforzo senza fine.

Ma le parole di Davide hanno colpito anche la giornalista Sondra Coggio che ne parla in questo bell'articolo sul Il Secolo XIX.



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«Sono già passati quattro mesi da quando ti ho tolto da quella gabbia, appena ho firmato l'adozione ero il ventenne più felice del mondo, ho aspettato 14 anni prima di avere un cane mio, ma cavolo se ne è valsa la pena…». Davide ha scritto questa lettera, ai volontari dell’Impronta, che trascorreranno anche le feste di Natale in canile. Grazie a loro ha conosciuto Biondo, il cane che nessuno aveva mai voluto, prima: perché non era un cucciolo. Un’adozione del cuore, che Davide racconta così: «Appena ti ho visto ho pensato subito che fossi il cane perfetto, ed avevo ragione. Sei stato la scelta più bella. Sai volermi bene senza avere nemmeno il dono della parola, hai gli occhi di chi ha sofferto, e mi sembra quasi di vedere il mio riflesso. Avrei tante altre cose da dire ma mi fermo con la frase: ti voglio bene. Qualcuno dirà: ma è solo un cane. Invece per me è parte della famiglia e la famiglia non si abbandona. Se avete intenzione di prendere un cane passate dal canile, ce ne sono tanti, come Biondo che meritano una casa. Buon natale a tutti». Una lettera che vale oro, e ripaga i volontari di mille fatiche. Si possono trovare al canile comunale di San Venerio il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18: il sabato ci sono anche la mattina dalle 10 alle 12. Le referenti dell’associazione di volontariato, per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Le referenti per le adozioni dei gatti, sono Chiara 347 7172458 e Paola 338 3871826. La struttura comunale si può visitare, contattando direttamente i volontari.


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