Noi, che a volte siamo un po’ megalomani, Ara ce la siamo sempre immaginata sulla prima pagina di Time come Dog of the year!!!
Nel frattempo la nostra amata ha conquistato la pagina animal house sul Secolo XIX.
Grazie a Sondra Coggio per aver raccontato questa bellissima storia.
Grazie a Atram ELuxe per aver aperto la sua gabbia.
Grazie a Marat e Puxar per averla accolta nel branco.
Per agevolarne la lettura riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:
Una vita in canile, anno dopo anno; perchè il musetto bianco, così in risalto sul corpicino nero, non invitava a credere che fosse ancora giovane. Ara era rimasta nella sua gabbia troppo a lungo. E i volontari del canile comunale spezzino, muniti nell'associazione "L'Impronta", hanno voluto testardamente credere che fosse arrivato il suo momento di essere adottata. E così è stato. La piccola Ara, che non è una ragazzina, ma non è comunque anziana, è stata finalmente scelta. E questa volta per sempre. "Ara per noi era diventata un simbolo, non era più un semplice cane - raccontano commossi - era il simbolo di tutti quei cani perfetti, che però si trovano ancora in gabbia, perchè diversamente giovani, o come lei, col muso incanutito". Il fatto di avere quel colore bianco attorno agli occhi e sulle gote, la penalizzava. Pareva una nonnina. E pur essendo dolce, tranquilla, veramente brava, non trovava un'adozione. I volontari hanno iniziato a portarla fuori, a tutti i banchetti organizzati in città: "Ci siamo innamorati di lei - confida Pier Andrea Fosella - e l'abbiamo coccolata, portandocela sempre dietro: lei era bravissima, davvero. Usciva, si lasciava fare le carezze da tutti quelli che si fermavano ai gazebo, ma nessuno la portava a casa". La fotografia di Ara, ai banchetti, l'aveva pubblicata anche il Secolo XIX, in questa pagina dedicata agli animali in cerca di adozione. Solo che alla fine, la scelta delle famiglie ricadeva sempre su qualcun'altro. Ara rientrava in macchina, si lasciava togliere il cartello dal collo, quello con su scritto "adottami", scondinzolava e si rimetteva nella sua cella. Ad aspettare. Docile, rassegnata, forse , chissà, non ci credeva nemmeno più. E invece, il miracolo è arrivato. Una educatrice, che collabora volontariamente col canile, ne ha parlato ad un'amica, che ha già altri cani. E lei si è commossa. E finalmente, Ara è potuta uscire. "Ora - raccontano i volontari dell' Impronta - Ara scorrazza felice, insieme ai due nuovi amici Marat e Puxar". I tre cani si sono trovati benissimo, insieme, anche perchè la ragazza che ha voluto Ara ha un ampio terreno. Curiosità: si sposta in camper. Ed ecco Ara, felicemente affacciata dal finestrino, con uno dei nuovi amici a quattro zampe, mentre lascia la collina. "Adozioni come questa riempiono il cuore di gioia - sottolineano i volontari - perchè confermano che il tempo speso in canile porta a dei risultati che vale la pena perseguire". L' educatrice aveva collaborato al pieno recupero della cagnolina, che non vedeva l'ora di avere l'opportunità di uscire un pò dalla struttura, e di "vedere il mondo". Le persone, fuori, le sono piaciute subito. Non si è spaventata, mai, per la confusione inevitabile della città, rispetto all'isolamento del canile. Ed ora può finalmente vivere all'aperto, con una famiglia, come qualsiasi cane spera di poter fare. Quelle sue guanciotte candide, e quegli "occhiali" bianchi attorno agli occhi, non sono più un problema. Al contrario. Chiunque la veda, così dolce e serena, non può fare a meno di allungarle una carezza.