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  PROGETTO
PROGETTO "ADOTTA UN GABBIANO DISABILE"
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La campagna per salvare i gabbiani disabili oggi sul Secolo XIX.
Grazie a Sondra Coggio.

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

SERVE solo un piccolo terreno. con una rete attorno, di un metro e mezzo. Serve una bacinella d'acqua. E un po’ di cibo: scatolette e crocchette. I gabbiani disabili spezzini cercano adozioni; cercano qualcuno che abbia un giardino chiuso con l’acqua e il cibo. Le associazioni l'Impronta, Lav, Animalisti Italiani, Beta. Sos Randagi, Legambiente e Lipu, hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione, che punta a trovare nuovi volontari che possano accogliere i volatili che hanno perso ali o zampe a causa di incidenti. «Non è vero – spiegano –che il gabbiano sia aggressivo: se non sa più volare, è come qualsiasi altro volatile da cortile. e chiede molto poco, per sopravvivere». I volontari che ne hanno già adottati, spiegano che serve "solo buonsenso, ed un minimo di attenzione, per evitare involontari contatti col becco, che per sua natura è affilato". Una volta abituato a vivere accanto all’uomo, il gabbiano accetta infatti addirittura il cibo dalie mani E lo sa benissimo chi s’è trovato al mare, a condividere un pezzo di focaccia con qualche gabbiano, attratto dalle bri­ciole. la campagna tenta di rimediare ad un’inadempienza spezzina molto grave. Per legge ogni provincia dovrebbe dotarsi di un centro di recupero degli animali selvatici feriti. Qui non c'è. Se un volatile resta invalido, pertanto, va soppresso: a meno che qualcuno non lo adotti. Il volontario Pier Andrea Fosella ne ha già adottati e salvati tanti; «Non attaccano nessuno - spiega - adorano l'acqua. amano stare in compagnia di altri gabbiani, giocano, strillano e litigano furiosamente. ma senza violenza. E mangiano di tutto, pur adorando i pesci». Pierandrea è fra i fondatori dell’associazione L’Impronta che raccoglie i volontari del canile comunale. Alla mail improntavolontaricanile@gmail si possono chiedere informazioni su come adottare e detenere un gabbano invalido lasciando un numero di telefono si verri richiamati.
Va detto chiaro: il vecchio film di Hitchcock sull’improbabile rivolta degli uccelli, era solo un'ironica metafora sull’esistenza e i suoi controsensi. I gabbiani del film erano in parte meccanici. Gli altri, re­citarono sotto le indicazioni di un addestratore, che inse­gnò loro a scendere, far finta di colpire, e a ritornare ai propri posti. Quella era finzione scenica. I gabbiani di città, quelli di oggi, quelli sfrattati dalle spiagge e dalle coste, cementificate da moli e banchine, si stanno abituando a vivere fra le persone. Sono diversi. dai gabbiani selvatici Certo: se hanno i piccoli, non vanno disturbati perché reagiscono. E non sono pupazzi. Solo che non c'è da avere paura di un gabbiano - spiegano le associazioni – specie se diabile e abituato all’uomo L'emergenza gabbiani, nasce dalla difficoltà di un volatile a convivere con le case, le macchine. le barriere. I gabbiani oggi nidificano sui tetti, si arrangiano a nutrirsi con i resti che l'uomo semina in giro Solo che da quei tetti cadono, con quei resti rischia no di soffocare. Ingoiando plastica. E per le strade, restano travolti dalle auto. E si feriscono, le istituzioni se ne lavano le mani. Così i volontari li salvano. Li fanno curare a proprie spese: ma quelli che restano invalidi non possono tomare in natura. 0 vengono adottati, o soppressi; ed è terribile guardare i loro occhi, disperati, quando capiscono che è arrivata la fine. Tanti, li opera il veterinario Carlo Andrconi, assistito dalla volontaria Perla Lucchini.