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  LA STORIA A LIETO FINE DELLA GATTINA GIOIA.
LA STORIA A LIETO FINE DELLA GATTINA GIOIA.
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La triste storia di Gioia sul Secolo XIX .
Il più bel lieto fine può dipendere da voi.
Gioia è in adozione al canile municipale di San Venerio.



Per agevolarne la lettura riportiamo qui sotto integralmente il contenuto dell'articolo:



La sentiva arrivare, la sua perpetua. Lì, alla canonica del Favaro. Riconosceva i suoi passi, quando ritornava a casa, ad occuparsi del parroco, anziano, dopo le funzioni. Lei, la gatta, aspettava il suo turno. E poi spuntava fuori , dolce, con quegli occhi verdi, ed il suo manto tigrato. Felice dei bocconcini prelibati, delle carezze affettuose sulla testolina. Quando la sua “umana” è mancata, improvvisamente, il quartiere s'è stretto nel lutto: e Gioia s’è nascosta nel più profondo del giardino. E non è uscita più. I vigili del fuoco hanno portato via tutti gli altri animali che la perpetua teneva con sé. Tanti. Non Gioia: che si sentiva miagolare, sommessamente, ma non voleva farsi trovare. L’hanno presa, alla fine. Catturata, per salvarla dalla morte. Magrissima, stanca. Gli occhi tristi. E sù al canile di San Venerio, al suo arrivo, s’è chiusa nel silenzio. Perché cercava la sua canonica. E soprattutto, la sua perpetua. C’è voluta infinita pazienza, per far capire a Gioia che no, la sua amatissima umana non tornerà. E finalmente, stremata, Gioia s’è lasciata nutrire. E ora accetta, pian pianino, qualche carezza. Cerca adozione, la gattina della perpetua. Cerca qualcuno che possa darle il tempo di superare quell’angoscia spaventosa, che le si è spalancata nel cuore. Dicono che i gatti siano creature misteriose, libere, che non si affezionano agli esseri umani, come i cani. Gioia amava moltissimo la perpetua del Favaro, e ancora l’aspetta. Si sente ferita, tradita, sente ancora la mancanza di quella sua casa, la canonica, in cui era felice. «Quando è arrivata, era tutta ossa – raccontano i volontari – e si vedeva, che era dimagrita improvvisamente: aveva la pelle che le cadeva, sui fianchi. Doveva essere stata in carne, prima. Il dolore le ha chiuso lo stomaco, le ha impedito di mangiare». In canile, per due settimane, Gioia è stata un fantasma. C’era, ma non si riusciva a vederla. Si mimetizzava, faceva vita a sé. E così sarà, probabilmente, nei primi tempi: se si troverà una famiglia disposta ad adottarla. Non è un cucciolo, non è un gatto anziano: avrà qualche anno. Davanti a sé, ha molta vita. E riuscirà senz’altro a dimostrare di poter ancora amare, nonostante quello strappo che le ha lacerato il cuore. In canile, i volontari la chiamano affettuosamente “gatta perpetua”: «Miagola come cantasse in chiesa – sorridono – con una vocettina tutta sua. In principio era arrabbiata con il mondo intero. Era terrorizzata. Ora ha riconquistato la sua serenità. Spera in una casa, in un “umano” che possa farla sentire di nuovo al sicuro, come quando era in canonica». Il canile è sempre aperto. Nei giorni del martedì, del giovedì, del sabato e la domenica, dalle 16 alle 19, ci sono anche i volontari. Il sabato, anche la mattina dalle 10 alle 12. Per l’associazione L’Impronta, le referenti dei gatti sono Chiara 347 7172458 e Paola 338 3871826