L'amicizia tra il muscolaio Angelo e il gabbiano Artura in questo bel articolo della giornalista Sondra Coggio.
Per agevolarne la lettura riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:
Una sorpresa così, non se la sarebbe aspettata nessuno: ma ormai, è fatta. Non era un maschio, il famoso gabbiano Arturo, amico fedele del pioniere della mitilicoltura spezzina. Il bellissimo volatile, che ogni mattina, all’alba, accompagna Angelo Majoli nei vivai, a controllare le reste, a fare pulizia, e raccogliere il prodotto fresco, è una femmina. E in questi giorni ha portato con sé il piccolo, un pullo ancora goffo, dalle tinte scure, che segue la mamma pigolando come un neonato. Majoli è rimasto stupefatto, ed ha subito modificato il nome dell’amico piumato: «Credo mi tocchi ribattezzarla Artura – confida – anche se al femminile questo nome suona francamente strano. In quanto al piccolo, ho dovuto aggiungere un coperto. Comunque è andata bene, nella nassa c’era pesce in abbondanza, si sono potuti servire tutti e due…». La storia dell’amicizia fra Angelo ed Arturo, che si è rivelato ora nella sua identità femminile, risale a molto tempo fa, ed è particolarmente simpatica. E’ stata lei, a scegliere Angelo: si è accomodata sulla sua barchetta, inconfondibile, grigia e gialla. Lui l’ha lasciata fare. E – mattina dopo mattina – è stato come avere un appuntamento fisso: tanto che quando Majoli è rimasto costretto a letto, a lungo, a causa di un incidente, la gabbianella l’ha cercato e ricercato, incredula. «Gli amici mi davano sue notizie, mi rassicuravano: mi dicevano che stava bene…». E quando Majoli è tornato al lavoro, lei è planata immediatamente al posto di prima: con quel suo volo incantevole, e la grazia delle sue planate. Oltre, naturalmente, alla voracità. «La colazione con i muscoli le piace tantissimo…», ride il muscolaio spezzino: ben consapevole di offrire all’amico alato una ghiottoneria prelibata, eccezionale. Il numero uno, s’è scelta: un ragazzo nato nel 1940, che conosce tutto, dei vivai, di ieri e di oggi: perché le lavorazioni le ha viste cambiare. E quel che non ha visto con i suoi occhi, l’ha conosciuto attraverso le parole dei più grandi, i familiari, e gli altri anziani del quartiere. Ricorda ancora i blocchi di ghiaccio, che servivano per conservare i muscoli appena raccolti, per farli arrivare sani a destinazione. Ricorda il trenino, che li portava via, e poi i camion. Ricorda pali di legno e legacci di erbe palustri, prima dell’avvento dei materiali moderni. E sa che “per far crescere muscoli buoni, ci vogliono acque di mare con la giusta salinità, e un buon apporto di acqua dolce”. Serve un mare protetto, ma non chiuso. E vanno conosciute le stagioni. Lo riconoscono anche i gabbiani, un muscolo speciale, come quello spezzino. E ora, visto che Artura ha messo su famiglia, e gli ha presentato ufficialmente il figlio, Majoli ha aggiunto un posto a tavola, sulla sua barca: allungando la nassa, con i pesci rimasti dentro, alla coppia. In questi giorni fa caldissimo, ma non per questo la gabbianella rinuncia alle sue uscite golose, in barca: «Nonostante la calura – se la ride Majoli – Artura non perde l’appetito». A differenza di tanti gabbiani che sono costretti a cercare nei rifiuti, la bella signora dal musetto candido ha la fortuna di avere le amicizie giuste: «Staziona in diga foranea, e non va per rumenta – sottolinea il suo amico muscolaio – ha di meglio, dei rifiuti…».