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  PRESIDIO CONTRO LA FIERA DEGLI UCCELLI.
PRESIDIO CONTRO LA FIERA DEGLI UCCELLI.
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Il nostro presidio contro la fiera degli uccelli a Sarzana e contro l'uso dei richiami vivi sulle pagine de Il Secolo XIX.

 

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

IL PRESIDIO degli animalisti ampiamente annunciato e organizzato dalle associazioni Animalisti Italiani, Beta, Cittadini Consapevoli, Lav, Lipu, L'impronta Volontari Indipendenti Canile, Legambiente e Sos Randagi si è materializzato di prima mattina in via Cadorna, una delle strade dedicate alla Fiera degli Uccelli di Sarzana con una rappresentazione-choc della situazione dal loro punto di vista. Ecco dunque la grande gabbia con un figurante attivista-animalista all'interno e il cartello con la scritta inequivocabile: «Vorresti essere al suo posto? Gli uccelli destinati a “richiami vivi”, nascono, vivono e muoiono in una gabbia delle dimensioni di 25 cm di larghezza e di 30 di altezza. Vivono prigionieri di un’esistenza che non è vita, in gabbie anguste, nella pe­nombra di uno scantinato sono sottoposti a muta artificiale indotti a credere che la stagione dell’amore coincida con la stagione venatoria e che la primavera sia l’autunno, e, appesi in gabbia, chiamano involontariamente alla morte i propri fratelli».
Cacciatori, allevatori di cani da caccia e di uccelli da richiamo si sono giocoforza trovati a confronto, tra quanti, e le doppiette sono circa 3 mila in provincia della Spezia, difendono il diritto di andare a caccia e fare l’allevatore, nel rispetto degli animali e della natura, e chi invece della fiera non vuole più saperne, e chiede con forza che venga abolita, tanto che www.charge.org è stata rag­giunta quota 4 mila firme nella petizione di cui è destinatario il sindaco Alessio Cavarra, e che vuole l’abolizione della manifestazione. Nessuna polemica feroce, solo un pacato testa a testa sul tema che ogni anno crea comunque un forte dibattito tra chi è a favore o contro certe pratiche. Dibattito al termine del quale Federcaccia e animalisti, continuano a pensarla in modo opposto.