space
Adozioni
Abbiamo raggiunto 368 adozioni!
Grazie a tutti quelli che lo hanno reso possibile
Seguici sui social

 

Anche quest'anno potete decidere di aiutare la nostra piccola associazione destinandoci il 5x1000 della vostra dichiarazione dei redditi specificando il nostro codice fiscale 91089910110. 

  LA SETTIMA VITA DELLA GATTA GIOIA.
LA SETTIMA VITA DELLA GATTA GIOIA.
Torna indietro

 

La settima vita della nostra Gioia raccontata dalla giornalista Sondra Coggio  su Il Secolo XIX.



Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:



Si dice che i gatti abbiano sette vite, perché l’agibilità e l’equilibrio che possiedono, unici, sembrano renderli eterni. La vita che hanno, è una sola, ma la gattina Gioia – appena adottata al canile comunale – di vite ne ha vissute davvero tante, a dispetto della giovane età. La prima, l’ha consumata in strada. Cucciola, e randagia, per vocazione. La testa a posto, l’ha messa quando ha scoperto che la perpetua del Favaro, innamorata degli animali, aveva un piccolo zoo in canonica. La sua seconda vita, l’aveva scelta così: in giardino, fuori dal minuscolo rifugio, in cui la perpetua ricoverava randagi e volatili in difficoltà. Aspettava il suo turno, per la cena. Era felice. Poteva essere una gatta di strada, ma senza più paura di non riuscire a mettere insieme qualcosa da mangiare. La sua terza vita, era stata quella del dolore. La morte della perpetua, l’aveva gettata nello sconforto. E non soltanto perché la canonica era stata svuotata, e non c’erano più animali. Sbaglia, chi dice che i gatti non si affezionino. Nutrono invece sentimenti, hanno emozioni, che mascherano sotto lo sguardo enigmatico, sotto i gesti nobilmente fieri. Lei, non si era fatta trovare. Nessuno ricordava che fosse lì. E la sua quarta vita, era stata quella del silenzio. Si era chiusa in sé stessa, lasciandosi andare. Aspettava e aspettava, ma la perpetua non sarebbe tornata più, purtroppo. E la gattina, distrutta, aveva deciso di non esistere più. Era rimasta muta finché la fame e l’istinto di sopravvivenza non l’avevano spinta a miagolare, e i vigili del fuoco non l’avevano scovata. E salvata. Era tutta ossa e pelliccia. Ed ecco la sua quinta vita, quella del rifiuto. In canile, a San Venerio, i volontari dell’Impronta ce l’avevano messa tutta, per farle capire che poteva ancora esserci un futuro. L’esistenza espone al dolore, ma può anche dare gioia. E così l’avevano soprannominata, Gioia, perché doveva tornare a sorridere. Ci erano riusciti, era iniziata la sua sesta vita. Quella della speranza. L’avevano proposta, i volontari, a chi saliva alla struttura di San Venerio: ma si sa. Ci sono sguardi che si devono incrociare, e ci vuole pazienza. Un’adozione non è immediata, serve quell’istante, unico, preciso, in cui ciascuno sceglie l’altro. E quell’istante è arrivato. Due ragazzi, giovani, sono saliti alla struttura comunale, cercando un gatto. Sono usciti con due. Uno è Felix, deliziosa creatura, una livrea in bianco e nero, e due occhi bellissimi. L’altra è stata proprio Gioia, che – a dispetto delle sei vite già trascorse – è in realtà una gatta giovane, piena di vita. La sua settima vita comincia adesso, e sarà lunghissima e felice. E comunque, per eventuali balzi felini troppo azzardati, non sarà mica l’ultima. All’estero, tanto per dire, si parla delle nove vite del gatto…