La bellissima e struggente storia a lieto fine del nostro Pippo raccontata dalla giornalista Sondra Coggio su Il Secolo XIX.
Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
I volontari gliel’avevano spiegato, sussurrandogli all’orecchio. «Quando ti portiamo fuori, cerca di conquistare un umano». E lui provava. Banchetto dopo banchetto. Lo tiravano fuori dal canile, gli mettevano il cartello al collo. “Cerco casa”. Fiocchetto rosso, e via. E lui, come passava qualcuno, dava spettacolo. Pancia all’aria, occhi festosi, coda a mulinello. Gli “umani” si fermavano. Sorridevano. Gli facevano i grattini, e i complimenti. Però, poi, se ne andavano. E lui, la sera, rientrava in cella. Occhi bassi, coda fra le zampe. E i volontari lo rassicuravano: «Vedrai, vedrai. Un giorno cambierà». Proprio come nella canzone di Tenco. Avanti così. Un anno dopo l’altro. E Pippo, pur pieno di vita, s’era abbattuto. «Non cambierà – diceva – perché sono banale. Sono nero. Musetto bianco. Né cucciolo, né di razza». Ed il tempo passava. L’afa estiva, prima. La neve invernale, poi. Fino all’altra mattina, quando in canile è arrivata una famiglia che cercava tutt’altro. «Il nostro amato Billy è mancato, era il cane di casa, siamo disperati: cerchiamo una femmina, che sia minuscola…». Pippo, che già iniziava a saltare, e a sperare, s’è ammutolito. E s’è ritratto nella gabbia. Solo che i volontari, inseguendo una speranza, hanno provato di nuovo: «Non è una femmina, e non è piccolina: ma Pippo è speciale…». Il cane nero, nemmeno aveva voglia di ritentare. Non più. Ma quando s’è trovato di fronte il sorriso di Cinzia, ha dimenticato in un istante delusioni e rifiuti. E ha cominciato a saltare, felice, pancia all’aria. Il suo miracolo di Pasqua, s’è consumato così. In un istante. La famiglia che si consulta, incerta, e che si lascia tentare da tanta gioia. E che, alla fine, si porta a casa quaranta chili di allegria. Per i volontari, è un’esplosione di felicità. Per Pippo, è un divano da condividere, scatenando finalmente la sua voglia di dare affetto. In casa a Mattia, uno dei quattro figli di Cinzia. «Gioca con me, con mio marito, con tutti noi – confida – ma quando vede Mattia gli salta in braccio, dimenticando di non essere un cucciolo, ma un gigante. Si scioglie nell’abbraccio, così pieno di gratitudine, da commuovere ogni volta». Festa per tutto. Per il guinzaglio, se si esce, per il tappeto, se si resta in casa. Festa perché un cane, in canile, soffre. E spera solo in una casa. E Pippo, il sogno, l’ha realizzato dopo sette lunghi anni.