La trasformazione del nostro Aldo raccontata dalla giornalista Sondra Coggio su Il Secolo XIX.
Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
Gli specchi dovrebbero pensare più a lungo, prima di riflettere. Poeta e saggista, scrittore e regista, esuberante, Jean Cocteau sfuggiva alle definizioni, sotto ogni punto di vista. Il piccolo Aldo, è solo un minuscolo quattro zampe, che non s’intende di cultura: ma la sua immagine dimostra come un qualunque cane di canile possa rivelarsi un delizioso cagnolino, se ben curato, e soprattutto amato. C’è chi sceglie sempre e solo cani di razza: ma al rifugio di via del Monte, a San Venerio, ce ne sono di altrettanto belli, e soprattutto desiderosi di affetto. Aldo, per esempio. Sotto la pelliccia arruffata, sotto i nodi, conseguenza dell’abbandono, c’è un piccoletto, molto dolce. Condivide la cella con un amico del cuore, Rocky, un tipo allegro, esuberante, che compensa la quiete di Aldo. Rocky – tutto bello tosato – ha preso parte all’inaugurazione della nuova area di sgambatura di Rebocco, ma nessuno se n’è innamorato, per ora. I volontari dell’associazione L’Impronta sperano in un’adozione di coppia: perché i due cagnolini sono “inseparabili, buonissimi, e meritano la famiglia più bella del mondo”. La struttura in cui sono ospitati, appartiene al Comune della Spezia. All’interno operano i volontari, riuniti per la maggior parte nell’associazione onlus L’Impronta. Per informazioni su Aldo e Rocky, ma anche su tutti gli altri, è possibile contattare le volontarie Elisabetta 338 2635117 o Losa 320 1458159. Fra quanti sperano di poter uscire, ci sono dei classici cani di canile, quelli tutti neri, con barba e musetto bianco. Come Elide e Corda, che aspettano già da qualche anno. Corda s’è salvato per miracolo dal laccio di un bracconiere. Seriamente ferito, è stato salvato. Oggi è un cane non giovanissimo, ma ancora in gamba: e dalla vita non ha avuto mai la gioia di una casa.