L'adozione del gatto Giuliano in questo articolo della giornalista Sondra Coggio su Il Secolo XIX.
Per agevolarne la lettura riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:
E dopo Harlock, il micio senza un occhio, adottato solo pochi giorni fa da una giovane donna che ha saputo guardare oltre quel particolare, anche il gatto Giuliano ha trovato una casa, e ha potuto lasciare il canile comunale spezzino.
Un’adozione del cuore, quella del gattino, che stava così male in canile da “strapparsi tutto il pelo”.
Non era felice, nonostante le cure prestate dal personale e dai volontari.
C’è poco da fare. Una gabbia non è il massimo. E anche se Giuliano poteva uscire in cortile, non si trattava di una vita vera.
Era un mondo “chiuso”, inevitabilmente troppo stretto, per un felino.
A raccontare della sua tristezza, del suo lento scivolare in una sorta di abbandono, sono i volontari dell’associazione L’Impronta, che si erano presi particolarmente a cuore il suo caso, e ora sono veramente contenti di questo lieto fine.
“Era un gatto meraviglioso, ma soffriva la reclusione – raccontano – tanto che piano piano il suo carattere è cambiato.
Sembrava triste. La sua bella pelliccia si era tutta rovinata. Si accontentava ormai di uscire solo poco, in canile, e poi – dopo aver guardato il mondo – tornava ad appallottolarsi su sé stesso”.
Svogliato. Rassegnato. Disinteressato del mondo e della sua stessa vita. Giuliano era diventato così.
Ad adottarlo, è stato il proprietario di altri tre gatti, che è salito apposta per portarlo via, e dargli una possibilità.
Ora, Giuliano ha uno spazio verde, e una casa tutta sua: è finalmente libero, e amato, libero di essere gatto, in uno spazio protetto, ma comunque simile alla natura, che tanto gli mancava in canile.